Nonostante il periodo negativo per il settore tessile, l'Azienda Cariaggi con i suoi 46 milioni di fatturato non sembra subire gli effetti della crisi, anzi l'anno scorso ha messo a segno un incremento dei ricavi del 15%; nel 2004 addirittura del 36.
L'azienda ha puntato su due obiettivi principali, l'innovazione dei prodotti e la scelta di operare sulla fascia alta della domanda. «Il made in italy è importante e la qualità è un ottimo biglietto da visita, ma non bastano, dice Cristiana Cariaggi, consigliere dell'azienda di famiglia. Oggi il marchio è un punto di partenza, non d'arrivo. Per noi, prosegue, la strategia fondamentale è l'investimento nella logistica e nell'assistenza della clientela, con reti di distribuzioni capillari, consegne rapide e flessibilità nei rapporti».
L'export, che rappresenta il 30% del fatturato, è molto importante per l'Azienda e i mercati di riferimento sono principalmente Europa, Giappone e Nord America. La Cina non viene considerata una concorrente temibile: «In Asia i produttori sono ancora lontani dalla nostra qualità, anche se riteniamo indispensabile continuare a lavorare per migliorarci, spiega Cristiana Cariaggi. Come mercato già abbiamo iniziato a sfruttarlo, ma la crescitra è lenta. Nel prossimo futuro, precisa ci aspettiamo piuttosto un incremento della domanda americana».
Per Cariaggi il 2006 vedrà una ripresa del settore, ma solo nel caso delle lavorazioni più ricercate. « Siamo ottimisti, dicono dall'Azienda. Ci saranno gli spazi per una ripresa del comparto. Ma la ricetta, ancora una volta, dovrà basarsi su tre pilastri: innovazione di prodotto, di processo e più servizi al cliente».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/03/06 a cura di Pambianconews