Una storia da manuale. Un'idea intelligente associata all'utilizzo di tecnologie innovative ed ecco che nasce uno dei casi aziendali di maggior successo degli ultimi dieci anni. E' la storia di Geox, la scarpa che respira, nata dall'intuizione di Mario Moretti Polegato, enologo laureato in giurisprudenza poi brillantemente reinventatosi imprenditore nel settore calzaturiero.
Partiamo proprio dall'abc del bravo imprenditore.
“Fondamentale lavorare con dei manager, ognuno specializzato in un settore. Questa è un'impostazione aziendale che contrasta con quanto abbiamo fatto fino ad oggi in Italia, dove prevale l'idea di gruppo familiare. E' un'idea che non funziona più”.
Quanto investe Geox in ricerca?
"Il 3 per cento. A Montebelluna (sede della Geox ndr) lavorano 15 ingegneri che collaborano con vari centri specializzati italiani ed esteri. La tecnologia è come una matrioska: noi siamo partiti dalle scarpe e abbiamo 35 brevetti aggiuntivi per tessile e calzature che costituiscono il nostro futuro".
Ecco, a proposito di brevetti, lei ne è un accanito sostenitore?
"Il piccolo imprenditore non ha la cultura del brevetto, non ci crede. Il primo elemento per un prodotto di successo è sicuramente la creatività; il secondo è la proprietà intellettuale. Prima di aprire 91 negozi in Cina abbiamo registrato in quel paese i nostri brevetti. Prima ci si protegge, poi si entra sul mercato".
In ultimo, ha ancora senso secondo lei parlare di distretto?
"Il distretto è un'area che profuma di un certo prodotto. Ne sono un convinto sostenitore ma concepito alla vecchia maniera è superato. Anche il distretto deve innovarsi”.
Estratto da La Spola del 14/12/05 a cura di Pambianconews