La Cina può far bene a Bulgari. Più che ad altri titoli del lusso europeo. È il pensiero di Morgan Stanley, di solito tra le banche d'affari meno positive sul titolo del gioielliere romano (il giudizio è underweight con prezzo obiettivo 9 euro). L'analista Claire Kent ritiene che «Bulgari sia la società che più potrà beneficiare nel 2006 di una eventuale rivalutazione del renmimbi (la valuta di Pechino, ndr)».
La ragione per cui l'azienda guidata da Francesco Trapani godrà prima di altri gruppi di un effetto valuta oltre la Grande Muraglia «è che non adotta operazioni di copertura dal rischio cambio nei margini sulle vendite delle controllate estere. C'è una copertura minima, limitata ai costi, e realizzata attraverso la modulazione degli oneri a carico dei propri fornitori». In assenza anche di questa forma di copertura, la simulazione di Morgan Stanley rivela che comunque Bulgari avrebbe un netto vantaggio dal renmimbi forte, avendo una percentuale ridotta di costi in valuta orientale.
Il gruppo di Trapani è arrivato a 15 punti vendita nell'area cinese, con boutique concentrate soprattutto a Hong Kong e Taiwan. Ma il gioielliere romano ha cercato di accelerare negli ultimi due anni nella Cina continentale, con i primi negozi a Shanghai e Pechino. In ogni caso, «riteniamo che le altre monete asiatiche si muoveranno in sintonia con il renmimbi per un fattore almeno pari al 50% della rivalutazione cinese».
Estratto da Finanza&Mercati del 29/11/05 a cura di Pambianconews