Sistema Moda Italia, guidato nell'ultimo anno da Paolo Zegna, e l'Associazione Tessile Italiana hanno dato vita alla Federazione Imprese Tessili e Moda Italiane, con duemila aziende associate che raggruppano circa un quinto degli addetti totali del settore.
«È stata la nostra base associativa, commenta Zegna, a spingere per la fusione della quale si parlava ormai da tempo ma che, in via di perenne perfezionamento, non partiva mai. A un certo punto ci siamo detti che doveva prevalere la visione comune di unità delle nostre forze, senza cercare un ipotetico meglio che si poteva raggiungere soltanto con l'esperienza. Convinti che ogni divisione, ogni frattura oggi sia particolarmente dannosa, abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo, ed eccoci qui».
L'organigramma è in fase di completamento, con Gianfranco Di Natale alla direzione e Mauro Chezzi vice, la Federazione si è articolata per aree di intervento: dal centro studi alle relazioni sindacali fino a tecnologia e ambiente. «In genere parlo io con il Cavalier Boselli, con cui abbiamo sempre cercato di avere il miglior rapporto possibile, risponde Zegna quando gli si chiede a chi siano affidati i rapporti con la Camera Nazionale della Moda, che raggruppa quasi tutti gli stilisti. Anche se si tratta di associazioni molto diverse: noi siamo iscritti a Confindustria e tra i nostri compiti abbiamo quello di portare a termine i contratti di lavoro, difendere in Europa, attraverso un'opportuna legislazione, i nostri associati, proteggere la loro presenza nelle aree di esportazione recente. Mentre Camera Moda è una specie di club tra privati che si sono riuniti per lavorare meglio insieme e curare strettamente i propri interessi».
Zegna non sembra d'acordo con l'eventualità di far confluire anche gli stilisti nella Federazione. «Abbiamo problemi differenti, mi sembra, anche se una simile ipotesi ha una sua suggestione, perché va nel senso di superare la frantumazione del settore, che a Milano, il cuore della moda è sembrata esplodere proprio nell'ultima stagione delle sfilate. Ma ognuno sa come muoversi nel proprio ambito e Boselli, che ha contribuito in prima persona ad avviare un calendario internazionale ben congegnato, saprà risolvere i guai che queste prime donne creano ogni volta. Naturalmente, è più semplice lavorare insieme sull'estero: infatti ci siamo incontrati pochi giorni fa per discutere delle prossime manifestazioni».
Estratto da CorrierEconomia del 7/11/05 a cura di Pambianconews