Miki Thumb sta per Michela Pollice di cui è, in inglese, la semplice traduzione. E lei con l´inglese deve avere parecchia familiarità visto che prima di diventare una stilista, amata soprattutto tra le giovani donne raffinate e un po´ eccentriche, lavorava a Londra in una seriosa banca d´affari. Tempo un anno sabbatico, il 2000, e poi la svolta. Adesso c´è Miki Thumb e le sue creazioni, vendute in Italia ma, soprattutto, all´estero.
Come mai questo salto nel buio: dalla Londra del business alla Milano della moda. Affaticamento e stress da city?
«Assolutamente no, a me il lavoro in banca piaceva molto. L´unica cosa che mi pesava, forse, era la routine quotidiana. Un´amica mi aveva chiesto di disegnare delle borse, sono andate a ruba e così mi sono presa un anno sabbatico per capire cosa potevo combinare di diverso». «Ho creato una linea di abiti, soprattutto camice. Le abbiamo portate alle fiere e sono talmente piaciute che ho immediatamente dovuto organizzarmi con degli artigiani e con due socie». «Disegno io i modelli, le stoffe sono esclusivamente cotoni inglesi liberty di ottima qualità che compro in Inghilterra e il prodotto è lavorato da artigiani italiani. Questo perché i miei clienti amano molto il made in Italy».
Però le sue vendite non sono solo italiane.
«Il contrario. Attualmente il 60% del mio mercato è all´estero e il 40% in Italia. Questo 60% è suddiviso con un 35% in Europa un 25% nel resto del mondo. Ho sempre avuto molte richieste dal Giappone mentre, per l´anno prossimo, la domanda è stata forte soprattutto dalla Germania».
A che cliente punta Miki Thumb?
«Un pubblico di donne tra i 25 e i 45 anni, di target medio alto, che ama il colore e un prodotto originale. Un tipo di cliente che non si spaventa se deve spendere molto».
Bilancio di questi primi cinque anni passati dal suo sabbatico?
«Le vendite crescono ogni anno di circa il 30% e la qualità della vita è più divertente. A Milano ho scelto di aprire il mio negozio in un quartiere emergente dove molti altri giovani stanno inaugurando le loro attività».
Estratto da Affari&Finanza del 7/11/05 a cura di Pambianconews