Crescono le cravatte (+1,8%), i foulard (+6,4%) ma soprattutto i tessuti (+12,3%). Non si arresta il ritrovato dinamismo dei prodotti di seta italiani (destinati all'export per il 75%), che nei primi quattro mesi di quest'anno hanno registrato un incremento, in valore, delle vendite all'estero pari al 7,9% (+5,9% è l'aumento in quantità), che conferma quel timido ottimismo già emerso con i dati relativi al consuntivo dell'anno scorso.
«Sicuramente c'è un certo fermento, anche negli ordini, conferma Alberto Clerici, presidente del Gruppo seta di Smi. È soprattutto l'estero che tira, a partire da Stati Uniti e Spagna, ma anche l'Italia si sta un po' riprendendo».
L'elemento di maggiore novità, in questo scenario; è proprio la diversa evoluzione dei mercati. Prima si giocava tutto su Stati Uniti, Germania, Francia, Gran Bretagna e Giappone: oggi non è più così. Alcuni Paesi si sono ridimensionati, altri sono emersi. La Spagna è diventata il primo mercato di destinazione per i tessuti di seta italiani, scavalcando gli Usa che da almeno vent'anni occupavano quella posizione. Hong Kong, insieme alla Cina, ha sorpassato il Giappone, da sempre saldamente al terzo posto. In pochi anni la Cina ha triplicato le importazioni.
Nel frattempo comincia ad andare in tilt l'approvvigionamento di materia prima, i filati in particolare. Non c'è ancora allarme, ma attesa per un probabile aumento dei prezzi.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 29/07/05 a cura di Pambianconews