Con 70 mila abiti venduti nel 2004 (6 mila all'estero) e una crescita dei ricavi del 13% Carlo Pignatelli, stilista torinese alla testa di un gruppo da 50 milioni di fatturato, ci mostra che la globalizzazione è l'unica strada che assicura lo sviluppo. Lo conferma l'aumento dell'export (+20%) registrata l'anno scorso. E lo certifica lo sforzo per radicare la propria presenza in Spagna attraverso una serie di punti vendita monomarca a cui si aggiungerà presto un nuovo flagship store in Portogallo.
Una nicchia, quella degli abiti da sposa, che ha un gran bisogno di trovare nuova idee per svilupparsi. Nel 2004, stima Sistema Moda Italia, le aziende del comparto hanno chiuso con 293 milioni di euro di ricavi, in calo dell'1,1% sull'anno precedente. Alla base di un risultato così deludente c'è il rallentamento dell'export e la frenata del mercato interno. Ma non basta. La dimensione piccola e piccolissima di molte imprese, che dipende fra l'altro dalla difficoltà di industrializzare lavorazioni di alto livello artigianale, riduce la propensione all'export. Risultato: nonostante la crescita registrata negli ultimi anni ancora nel 2004 solo il 5% dei ricavi complessivi del settore erano conseguiti all'estero. E allora?
Una riposta può essere quella indicata da Sì SposaItalia Collezioni, la Fiera che a fine giugno ha riservato quattro giorni al business del matrimonio presentando oltre 6.000 modelli di abiti per lei e circa 1.000 per lui prodotti da 136 aziende, il 22,5% in più dell'edizione precedente. Parola di Carlo Bassi, amministratore delegato di Expo Cts, la società controllata da Fiera Milano (51%) assieme a Confcommercio e Unione Commercianti che organizza sia SposaItalia sia altre manifestazioni fieristiche. «Se le aziende del settore non sono in grado di andare all'estero, osserva Bassi, noi portiamo a Milano i compratori stranieri. Ed è proprio questo lo sforzo che stiamo facendo».
Quest'anno precisa ancora Bassi i buyer stranieri sono aumentati di oltre il 16% contribuendo al rilancio del comparto. Dice: «A giugno abbiamo avuto una forte crescita di compratori provenienti da paesi come l'Ucraina, la Russia, la Finlandia, la Svezia dove ci si sposa molto e dove c'è un grande interesse per i prodotti italiani».
Estratto da Affari&Finanza del 18/07/05 a cura di Pambianconews