Non occupa ogni giorno i titoli a nove colonne delle cronache finanziarie. Non compra e vende azioni in Borsa a ritmi compulsivi. Non scala giornali e banche, non è inseguito da paparazzi disposti a rischiare l'incolumità per strappargli immagini “riservate” da riciclare a suon di migliaia di euro sui rotocalchi estivi da spiaggia. Eppure il World Economic forum quando ha dovuto scegliere i quarantenni più influenti di Italia da invitare tra i 200 “Young global manager” mondiali di giugno a Zermatt, non ha avuto dubbi: ha alzato il telefono ha chiamato in Luxottica e ha convocato (assieme a Beatrice Trussardi e Matteo Arpe di Capitalia in rappresentanza del nostro paese) Andrea Guerra, da un anno amministratore delegato della multinazionale di casa Del Vecchio.
II motivo? In fondo, forse, non è nemmeno troppo oscuro. In un tessuto imprenditoriale italiano fatto di tanti figli che hanno ereditato l'azienda dai genitori e molte meteore durate l'arco di una stagione, il numero uno di Agordo rappresenta una specie piuttosto rara: il manager che si è h fatto da sé, sostenuto non da vincoli ereditari ma dai risultati. E che a giudicare dall'accoglienza del mercato ai suoi primi 365 giorni al timone di Luxottica, sta confermando nei fatti la sua fama.
Estratto da Affari & Finanza del 18/07/05 a cura di Pambianconews