Un 2004 difficile e un 2005 incerto, anche se fa ben sperare l'andamento dell'export dei primi due mesi dell'anno per il settore dell'abbigliamento maschile made in Italy.
Il settore è movimentato dal commercio con l'estero, ma solo in una direzione: il contributo più rilevante viene dalla forte espansione delle importazioni (+7,4%, a quota 3,5 miliardi) in un contesto in cui le esportazioni hanno continuato a decrescere (-1,4%, a 4,7 miliardi di euro). Parallelamente, sul mercato interno, l'aumento della spesa per i consumi è stato di appena 0,8 per cento.
Un pò più incoraggianti sono i dati dell'export dei primi due mesi del 2005, che segnalano un incremento complessivo del 13,2% (con un leggero indebolimento a marzo). In America le vendite di abbigliamento sono tornate a risalire dopo quasi tre anni. con un incremento pari al 17,8% rispetto allo stesso periodo del 2003. «L'onda positiva non è limitata solo a questo segmento di mercato, spiega Gaetano Marzotto presidente di Pitti Immagine, ma si diffonde su tutto il comparto. In crescita sono anche la donna e l'abbigliamento infantile».
«I consumatori del nuovo secolo, conclude Marzotto, si sono fatti più cauti e consapevoli. Ma la buona notizia è che si è allargata una fascia di mercato intermedia, tra il basico e le ristrette cerchie del lusso esclusivo, in cui le aziende italiane possono far valere i loro prodotti di buona qualità».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 21/06/05 a cura di Pambianconews