Il segreto? Che ogni sabato gli scaffali e gli stand sono stracolmi di pezzi. Ma le signore sanno bene che fra il martedì e il mercoledì la merce nuova è già lì. E con tutta calma prima dell'assalto si aggirano fra i piani. Alla ricerca della camicetta (ma anche due) da una ventina di euro che si abbini bene con la follia fatta la settimana prima: la gonna griffata da qualche centinaia di euro. Ed è d'estate che la caccia è più sfiziosa. Le due riserve sempre ricche di selvaggina: Zara (più trendy, più cara) e H&M (più famiglia, più conveniente).
La canotta di H&M (anche «solo» 8,90 euro) sul gonnellone Roberto Cavalli (anche «solo» 1450 euro) non è una bestemmia? «E perché dovrebbe, si stupisce lo stilista fiorentino? E se vogliamo dirla tutta fa pure un pò snob. La qualità e la stravaganza comunque vengono fuori per la loro forte identità. Però diciamolo sui tessuti il bluff non regge». Torta sulla ciliegina un ricordo. Era il 1998, molto prima che loro arrivassero in Italia, ma sicuramente poco dopo lo sbarco in America. Un Calvin Klein ancora vagamente leone (poi nel 2003 si ritirerà) si lasciava andare a una cena: «Ma cosa disegno a fare tutte queste giacche se poi vado da Zara e me le ritrovo identiche? Oh certo le stoffe non sono le stesse, ma alla gente che importa?».
Comunque la loro è una bella sfida, raccolta fra l'altro anche da grandi stilisti». Già la nuova frontiera, «firmata» solo H&M, questa volta, inaugurata lo scorso inverno con Karl Lagerfeld (lo stilista di Chanel e Fendi) che ha disegnato per la catena svedese una piccola collezione uomo e donna (fra i 50 e i 100 euro): volatilizzata in 24 ore. In questi giorni ne uscirà una autografata Elio Fiorucci e in settembre l'attesissima di Stella McCartney (la figlia-stilista di Paul).
Estratto da Corriere della Sera del 8/06/05 a cura di Pambianconews