Mentre l'industria tessile italiana invoca l'introduzione delle quote per limitare l'invasione di vestiti e capi provenienti dalla Cina, per H&M e per le altre grandi catene di abbigliamento la fine dell'accordo Multifibre, che regolava le quote di import di prodotti tessili da Pechino, è stata una vera benedizione. Nei conti dei primi mesi delI'anno del gruppo svedese si sono visti i risultati del calo dei prezzi legato alla liberalizzazione sui prodotti cinesi. Un calo che si è tradotto in margini più elevati, come spiega Rolf Eriksen, amministratore delegato di H&M.
Sino a poco tempo fa producevate la metà dei vostri articoli in Paesi asiatici. Avete intenzione di aumentare questa percentuale?
In effetti è già cresciuta rispetto a quei dati: oggi ben il 60% di quello che vendiamo viene prodotto in Asia, il resto è fatto in Europa. E ritengo che manterremo questa proporzione anche in futuro.
Estratto da Monthly del 18/05/05 a cura di Pambianconews