Si allarga l'«inchiesta» della Commissione europea sulle importazioni tessili dalla Cina. Ai 9 prodotti già sotto osservazione (dai maglioni ai reggiseni) Peter Mandelson, titolare del Commercio estero aggiunge ora un'altra infornata di 11 articoli base: giacche da uomo; mutande; lenzuola; tessuti di cotone; camicie da uomo; abiti da donna; pantaloni a maglia; tovaglie e strofinacci; cappotti e giacche; garze e «indumenti vari non a maglia. Domani, probabilmente, la Commissione dovrebbe decidere quale strada prendere.
Il viceministro per le Attività produttive, Adolfo Urso, dice di «essere soddisfatto» per «l'ampliamento delle indagini» e in una nota ricorda che domenica scorsa, nel Consiglio dei ministri in Lussemburgo, era stata l'Italia «ad avanzare la richiesta» di estendere l'approfondimento ad «altri 11 prodotti già oltre la soglia di allarme», fissata, dalle «linee guida» della Commissione(più 35% di importazioni anno su anno).
Urso, inoltre, in un «dossier» inviato a Bruxelles sottolinea che il settore tessile in Italia rischia di perdere 90 mila posti di lavoro (il 15% della forza complessiva), con circa 30 mila aziende in crisi (il 45% del totale).
Estratto da Corriere della Sera del 28/04/05 a cura di Pambianconews