In un mese e mezzo due annunci improvvisi, segno anche delle turbolenze che stanno scuotendo il settore. Il primo, la fine della licenza con Dolce & Gabbana che assicurava quasi metà del fatturato, aveva provocato a ottobre il tracollo delle azioni. Il secondo, l'ingresso dei fratelli Diego e Andrea Della Valle, ha innescato in Borsa la settimana scorsa l'effetto inverso. Per Marcolin, gruppo degli occhiali, è certamente un autunno intenso.
«La famiglia, spiega Cirillo Marcolin, amministratore delegato, con delega per la finanza, dopo aver ceduto il 24,368% del capitale ai fratelli Diego e Andrea Della Valle, rimane con il 29,248%. I soci investitori hanno dato fiducia alla strategia del gruppo e, infatti, l'azienda continuerà a essere gestita dalla famiglia: il consiglio di amministrazione per ora rimane lo stesso. L'ottica è stata quella di far entrare nuovi soci e di dare maggiore solidità all'azienda. Per questo, abbiamo sciolto il patto di sindacato e oggi non ci sono accordi né tra i membri della famiglia, né tra noi e la famiglia Della Valle».
La famiglia Della Valle potrà ulteriormente aumentare la propria partecipazione?
«A oggi la situazione è quella che abbiamo comunicato. Ma credo che la nostra famiglia intenda mantenersi socio di riferimento. Anche se, storicamente, per una scelta imprenditoriale la nostra partecipazione si è ridotta, prima con l'intervento di una merchant bank, poi con l'ingresso in Borsa, in seguito con la licenza di Dolce & Gabbana e oggi con l'ingresso della famiglia Della Valle. La nostra priorità è presidiare lo sviluppo dell'impresa».
Il settore degli occhiali è sottoposto a grandi cambiamenti. Come mai?
«Si tratta di una modifica del mercato partita alcuni anni fa, con merger and acquisition che prima hanno interessato altri comparti, per esempio le grandi imprese, l'auto e poi a seguire la moda. C'è una grossa aggressività commerciale. Quanto agli occhiali, e qui parlo anche come presidente di Mido, la mostra internazionale del settore, negli ultimi tempi hanno spinto molto da».
Estratto da CorrierEconomia del 29/11/04 a cura di Pambianconews