Grandi gruppi stranieri, come Zara ed H&M, Mango e Celio, sono sbarcati in Italia e puntano su uno sviluppo massiccio. Le griffe internazionali, da ultimo Ralph Lauren, hanno deciso di rientrare in grande stile sul mercato italiano scegliendo appunto vetrine della moda internazionale come il Quadrilatero milanese. Gruppi italiani di riferimento come Coin e Oviesse, da un lato, Upim e Rinascente, dall'altro, sono invece sul mercato in attesa di nuovi partner o di compratori.
Nel frattempo la rete di negozi delle griffe italiane è ritornata a crescere, sull'onda dell'espansione su mercati emergenti come Russia e Cina. La struttura distributiva italiana risulta inoltre in espansione, grazie alla spinta del franchising e nonostante la perdurante stagnazione dei consumi. Inoltre, continua a crescere il numero dei factory outlet, ossia dei centri commerciali specializzati nell'abbigliamento griffato e superscontato. In cantiere una decina di nuove strutture promosse da McArthurGlen-Fingen, Fashion district, Value retail, Percassi, Fod e altri.
I marchi italiani hanno poi ripreso a sviluppare reti di vendita monomarca sui principali mercati. Un'indagine realizzata da Pambianco Strategie di Impresa ha rilevato che, nel segmento delle griffe, Max Mara conta oggi su 559 negozi nel complesso (considerando anche il franchising). In seconda posizione si attesta Zegna (con le linee Ermenegildo Zegna e Zegna sport), cui fanno riferimento 392 punti di vendita. In terza posizione Giorgio Armani che ha però sviluppato ameno otto linee di punti di vendita con posizionamenti differenziati: complessivamente il numero dei negozi si aggira intorno a quota 300.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 28/09/04 a cura di Pambianconews