Sono saliti a 370 milioni di euro i ricavi consolidati di Prada tra il 1° febbraio e il 31 maggio di quest'anno (la chiusura del bilancio è stata spostata al 31 gennaio). Rispetto ai 351 milioni dell'anno scorso l'aumento è del 5,4% (che sale all'8,8% a cambi costanti). Il 2004 è dunque partito in corsa per il gruppo Prada, che ieri a Los Angeles ha inaugurato un nuovo epicentro. Patrizio Bertelli non si lascia andare a facili entusiasmi ma non nasconde un certo ottimismo.
Allora, la crisi è passata e si può cominciare a parlare di ripresa?
In realtà il nostro mercato vive molto su aspetti istintivi, il compratore è mobile. Certo, in questo momento, a parte la Cina, per noi si è risvegliata l'Europa: Francia, Gran Bretagna, anche Milano e Roma stanno andando bene. Sarà per via dei turisti… Poi crescono Russia, Arabia Saudita e Libano.
Con un mercato in recupero sarà più facile raggiungere gli obiettivi fissati per quest'anno, a partire dalla riduzione del debito. A che punto siete su questa strada?
Le previsioni per fine luglio sono di scendere dai 675 milioni dell'anno scorso a 550-600 milioni. Ma è il secondo semestre quello che genera più cassa: il traguardo dei 350 milioni a fine anno lo raggiungeremo sicuramente, vedremo se si arriverà a 300. In ogni caso, con un patrimonio netto di 900 milioni di euro al 31 dicembre 2003 il rapporto debt/equità sarà dello 0,3% a fine anno.
La Borsa resta un dossier aperto sul suo tavolo?
Non è un problema, vedremo gli sviluppi da qui al 2005. Il progetto non è stato accantonato, ma per ora è primario raggiungere l'obiettivo di ridurre fortemente il debito, e mi sembra che le cose stiano andando in quel senso. Non credo che si debba ricorrere alla Borsa per tagliare i debiti, ma solo per lo sviluppo.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 16/07/04 a cura di Pambianconews