Tommy Hilfiger Corporation ha chiuso l'esercizio fiscale lo scorso 31 marzo con un utile netto di 132,2 milioni di dollari, dal rosso di 513,6 milioni di un anno prima. In flessione dello 0,7% il turnover annuale, che ha totalizzato 1,87 miliardi di dollari. Si tratta di numeri al di sopra delle stime della società, come conferma il presidente e ceo David F.Dyer, dovuti anche ai buoni risultati realizzati in Europa, che beneficiano di un tasso di cambio favorevole.
Implementare la produttività per acquisire quote di mercato e ritornare alla crescita di lungo periodo, resta uno dei principali obiettivi della fashion house con sede a Hong Kong e quotata sul listino dell'ex colonia britannica. Nelle previsioni per il nuovo anno fiscale, le vendite wholesale (attualmente a 571,7 milioni di dollari) dovrebbero subire una flessione causata dal mercato Usa. Stimati in progresso invece i ricavi retail (425,7 milioni di dollari), trainati dai nuovi opening sui mercati europeo, canadese e statunitense. Atteso in linea con l'esercizio appena concluso il turnover derivante dal licensing, che ammonta a circa 62,5 milioni di dollari.
Attraverso le controllate la Tommy Hilfiger disegna, realizza e distribuisce con l'omonimo marchio diverse linee maschili e femminili che vanno dallo sportswear al jeanswear, fino al childrenswear. Sono prodotti su licenza, invece, gli accessori, il footwear, le fragranze e l'arredo casa.
Estratto da Fashionmagazine.it del 10/06/04 a cura di Pambianconews