Soggetto: Diego Dolcini. Il 30 aprile su tutti i computer della Gucci una e-mail firmata Domenico De Sole e Tom Ford, ancora rispettivamente, in quel momento, amministratore delegato e direttore creativo di Gucci Group, salutava e ringraziava il giovane shoe designer per il lavoro svolto e gli augurava un futuro ricco di successi. Nel giorno degli addii in cui è uscita ufficialmente di scena la coppia che negli ultimi anni ha dominato il mondo della moda, se n'è andato anche questo eccezionale talento, che dal 2001 disegnava le calzature della doppia G. Chiamato da Tom Ford per dare nuovo smalto a un settore ancora un po' troppo legato all'immagine del mocassimo con i morsetti, Dolcini ha lavorata con entusiasmo e riorganizzato la produzione.
«Sono stati tre anni di storia, creatività e grandi numeri, commenta Diego Dolcini. Un perioda fantastico, e anche un vero divertimento. Avevo a disposizione un'azienda per studiare le modellature, provarle e riprovarle finché erano perfette. È stato impegnativo, ma eccitante e credo di aver favorito un importante scambio di esperienze e conoscenze. Fondamentali si sono rilevati i rapporti con il marketing, il merchandising, la comunicazione, dei quali ho imparato a valutare il ruolo strategico. Per non parlare di Tom Ford: maggiori erano le sue richieste, maggiore lo sforzo per risponderli al meglio».
Oggi che l'avventura è finita e la Ppr, il colosso francese proprietario del marchio, ha sostituito Ford con un triumvirato di direttori creativi, Dolcini saluta e se ne va, conservando (affettuoso legame della tessera riservata ai dipendenti e che in versione extra lusso, di oro bianco, è stata regalata anche a Domenico De Sole. «Per troncare le voci di questi mesi, voglio dire che l'azienda con me è stata addirittura splendida e finiamola qui. Adesso voglio pensare al mio futuro». Riprenderà da dove ha lasciato? «Probabilmente sì. Sto riannodando vecchi contatti, visitando aziende che possono accompagnarmi in una produzione di nicchia, elitaria, ma non sono ancora sicuro». Intanto è stato contattato da una famosissima azienda, della quale non vuole dire il nome ma che si intuisce facilmente (che sia Flou?), per disegnare un letto. Un progetto tira l'altro e in questo momento ha allo studio un'intera home collection, intesa come rielaborazione di un ambiente destinato al riposo e alla riflessione, che nel design comprende dal letto agli abiti da casa. Uscita prevista a novembre.
Estratto da CorrierEconomia del 17/05/04 a cura di Pambianconews