Covava da tempo il dissidio all'interno della famiglia che governa il gruppo veneto. Almeno da metà ottobre quando Elisa Lorenzon, la madre di Giuseppe e Giovanna Stefanel, donò al figlio il controllo dell'azienda quotata in Borsa. Quell'operazione, a quanto si dice, non è piaciuta affatto a Giovanna (consigliere e azionista Stefanel con il 9%), tanto da guastare i già delicati equilibri familiari. E dopo mesi di gelo e di assenze dai consigli della società, alla prima occasione la signora Stefanel si è messa di traverso, pubblicamente, ufficialmente, rumorosamente. Lo ha fatto all'assemblea di bilancio, celebrata tra pochi intimi tredici giorni fa a Ponte di Piave (Tv). Non si è presentata di persona ma ha mandato l'avvocato svizzero Michael Eifler a fare, per così dire, il lavoro sporco: bocciare il bilancio della società. E così è andata.
Giovanna, che vive a Salisburgo, attraverso il legale ha votato contro il bilancio firmato dal fratello, presidente e amministratore delegato. Un atto che ha pochi precedenti in Piazza Affari considerando sia il legame di parentela sia il peso di quel voto contrario: la signora Stefanel infatti non ha soltanto il 9% diretto dell'azienda quotata ma possiede anche il 48% della holding che è l'azionista di maggioranza relativa del gruppo veneto (29%). Si chiama Cogei ed è, quasi certamente, il casus belli: la madre a ottobre ha donato prima il 52% a Giuseppe e poi il 48% a Giovanna. È evidente che il valore dei due pacchetti non è proporzionale alle percentuali: il primo corrisponde al controllo di fatto di Stefanel, il secondo è semplicemente una minoranza in Cogei. Lo dice la matematica e così ha voluto la mamma.
Ma Giovanna si è impuntata. Giuseppe, comunque, sia tramite Cogei sia direttamente arriva ad un tranquillo 57% del gruppo dell'abbigliamento e del retail aeroportuale (Nuance pesa per oltre il 70% delle attività complessive) che ha chiuso il 2003 (esercizio di dieci mesi) con 647 milioni di fatturato consolidato e 10,9 milioni di perdita ma gli azionisti hanno ricevuto un dividendo di 0,03 euro. Il punto ancora da chiarire è se alla base della bocciatura del bilancio vi sia soltanto un regolamento di conti familiare oppure ragioni vere su gestione e contabilità. Il motivo non è stato spiegato né in assemblea né dopo e questo, secondo fonti vicine al consiglio, dimostrerebbe la pretestuosità dell'iniziativa che avrebbe come unico scopo il tentativo di forzare la mano a Giuseppe Stefanel per ridefinire con la sorella gli equilibri patrimoniali e societari. Dall'entourage della signora non viene esclusa un'eventuale impugnativa del bilancio e anche un'iniziativa legale contro l'atto di donazione dello scorso ottobre.
Estratto da Corriere della Sera del 6/05/04 a cura di Pambianconews