Proprio in questi giorni l'intera industria del tempo, mondiale ed elvetica in particolare, sta celebrando il rito collettivo delle anticipazioni di prodotto (a Basilea, dal 15 al 22 aprile e a Ginevra, dal 19 al 26 aprile). E mai come oggi l'esito dei grandi Saloni di primavera, dirà se la crisi che ha colpito l'orologeria d'alta gamma e quella di lusso in particolare, come del resto altri generi di consumo così detti voluttuari, si stia diradando o imperverserà invece per tutto il resto del 2004 e l'inizio del prossimo anno. Ma gli uomini al comando di concentrazioni così importanti e vitali per l'intero mondo dell'orologeria, non stanno di certo a guardare. In particolare, è l'amministratore delegato del Gruppo Bulgari, Francesco Trapani, a sbilanciarsi, individuando cause e rimedi per questa situazione di crisi. Tra le cause, ci sarebbe l'onda lunga dell'eccessiva esuberanza di mercato del decennio scorso, un clima di tipo borsistico nel quale tutti compravano di tutto. Tra i rimedi, la strada da imboccare sarebbe quella d'avere il coraggio di innovare, aumentare, modernizzare e diversificare la produzione. Prendendo ad esempio il mondo dell'automobile che, crisi o non crisi, trova sempre nuovi ed entusiasti
clienti quando entrano in scena prodotti straordinari.
Tornando alla realtà dei fatti, le ultime cifre ufficialmente raggiungibili, sono quelle del 2003 (fonte: Fédération de l'Industrie Horlogère Suisse) e si riferiscono alla produzione svizzera. Considerata quella più significativa (altri paesi produttori sono Giappone, Cina, Hong Kong, Singapore, Taiwan e india), visto che con solo il 2% in volume ottiene circa il 50% della cifra d'affari mondiale dell'orologeria. Assecondando le previsioni fatte a suo tempo, lo scorso anno è stato un periodo difficile per questo settore, in grado peraltro di sviluppare una cifra d'affari di circa 10,177 miliardi di franchi svizzeri (-4% rispetto al periodo precedente). A parte la Gran Bretagna (+3,1) e la Spagna (+4,4%), gli altri mercati sono tutti in difficoltà. Compresi quelli storici della Francia (9%), della Germania (-9,9%) e dell'Italia (-9,6%). Ma per fortuna il mondo è grande e, in questo specifico caso, non esiste soltanto il Vecchio continente.
Gli esperti pensano infatti al 2004 come un momento di crescita per le esportazioni elvetiche: questo, basandosi sulla ripresa economica annunciata negli Usa, la quale dovrebbe trainare anche quella dell'Asia. Già in corsa quella della Cina, soprattutto (+7,2%), ma anche della Thailandia (+3,1%), mentre resta critica la situazione del Giappone (-8 2%), di Singapore (-8 9%) e di Taiwan (-1 %). Caso a parte resta l'esuberanza del mercato russo (+22,8%), nel panorama generale di un'Europa in calo sul fronte dell'interesse per le importazioni svizzere. Ma nonostante tutto, quello italiano rimane un mercato di riferimento per le tendenze d'orologeria, il quarto al mondo (dopo Usa, Hong Kong e Giappone) e il primo in Europa. Segno che dalle nostre parti, magari si acquista di meno, ma gli orologi continuano ad appassionare.
Estratto da Affari & Finanza del 19/04/04 a cura di Pambianconews