Zara batte le stime il mercato, ma resta ben lontana da vincere la guerra della distribuzione moda. Settore che, anzi, sembra ormai alla ricerca di nuovi modelli di riferimento anche in Italia. Inditex, il gruppo spagnolo di Amancio Ortega che controlla il marchio Zara, pioniere del fashion a buon mercato, si prende la soddisfazione di sconfessare in parte le previsioni degli analisti sull'esercizio 2003. Il gruppo ha chiuso con vendite nette per 5,59 miliardi, e utili netti per 447 milioni. L'aumento dei profitti è stato minimo (2%), ma di una decina di milioni oltre le stime del mercato. Il risultato è arrivato dopo un paio di settimane in cui il gruppo è finito nel mirino degli analisti, e dopo tre trimestri di sorprese negative. Non è un caso se il titolo (che lo scorso anno ha perso il 28%) ha guadagnato a Madrid il 3% (nonostante i dati «ufficialmente» comunicati a Borsa chiusa).
Tuttavia, Zara resta ben distante da acque tranquille. Le vendite a parità di perimetro sono cresciute appena dell'1%, con un evidente rallentamento (-2%) nel secondo semestre. E nell'ultimo quarto il gigante spagnolo ha registrato comunque un calo dell'1,3% dell'utile netto, il secondo segno meno consecutivo (e quello precedente era il primo dall'Ipo del 2001). La corazzata di Ortega, insomma, perde definitivamente l'imbattibilità. E perde anche terreno rispetto a Hennes & Mauritz. Gli svedesi, che presentano oggi i risultati, dovrebbero infatti chiudere l'ultimo trimestre 2003 in progresso di qualche punto decimale in bottom line. Ma anche per H&M non mancano le ombre, visto che la crescita sembra aver parecchio rallentato. Inoltre, a Stoccolma le cose vanno meglio solo perché H&M produce, rispetto a Zara, una quota maggiore di capi (oltre il 50%) in Far East e Cina.
Insomma, la perdita di smalto non è solo una questione climatica, ma di minor efficienza. In un recente report, Credit Suisse First Boston ha tagliato il target price di Inditex del 9% a 15,5 euro, con giudizio sceso da neutral a underperform. Cfsb teme che Inditex non raggiunga gli obiettivi di crescita previsti in sede di Ipo. Ed ha espresso la domanda: «Il modello Zara si è rotto?». La risposta potrebbe aiutare anche le catene italiane: Benetton e Stefanel hanno chiuso il 2003 in retromarcia e sono alla ricerca di un riposizionamento. E così dovrà fare Coin per Oviesse: anche il segmento più a buon mercato del gruppo veneto ha registrato un meno nelle vendite. Proporre a prezzi scontati, forse, non basta più.
Estratto da Finanza&Mercati del 25/03/04 a cura di Pambianconews