Mettete assieme un gruppo eterogeneo di società quotate del made in Italy. Un ventaglio che spazia dal lusso (Gucci, Bulgari, Tod's) alla moda (It Holding, Marzotto, Mariella Burani, Benetton, Stefanel), agli occhiali (Luxottica, Marcolin, De Rigo) senza dimenticare il tessile (Zignago, Mirato) la nicchia delle calze (Csp), la grande distribuzione con Coin e i piccoli elettrodomestici con De Longhi. A questo punto abbiamo fra le mani la materia prima dell'«Italian Luxury & Consumer Monitor» di Ubm. Insomma, si tratta di un campione che consente a Unicredit Banca Mobiliare di tastare il polso allo stato di salute dell'industria italiana. Ma anche di fare un bel po' di previsioni sui target borsistici di queste società.
All'interno del paniere di titoli ci sono società che nel corso del 2003 sono andate sensibilmente peggio del Mibtel. è il caso ad esempio di De Longhi (32 per cento), di Gucci e di It Holding, entrambe sotto del 20 per cento, e di Marcolin (17 per cento).
Tre società, invece, hanno fatto molto meglio della media: Stefanel (+27 per cento), Bulgari (+41 per cento) e Marzotto (+49 per cento) mentre il resto non si è discostato troppo dal Mibtel. Ubm osserva che società reduci da buoni risultati in Borsa dovranno aumentare di un bel po' i loro utili per continuare a crescere più del Mibtel. Complessivamente, però, negli ultimi due anni tutte le aziende del campione si sono date un gran da fare per ridurre i costi, focalizzarsi sul corebusiness, rivedere e aggiornare i prodotti. In linea generale, dunque, l'intero plotoncino sembra ben attrezzato per intercettare la ripresa economica che nel 2004 dovrebbe manifestarsi anche in Italia. Ed è proprio l'attesa di una congiuntura diversa e migliore a spingere gli analisti a rivedere le proprie stime.
Per selezionare le migliori idee di investimento, Ubm ha costituito una prima «griglia» di criteri in parte oggettivi, legati a parametri finanziari come la capacità di generare utili, e in parte soggettivi. Questi ultimi riguardano, ad esempio, il giudizio sulle strategie del management o sui rischi finanziari legati alle scelte aziendali. Ognuno dei parametri in questione ha un peso differente (anche questo arbitrario) e un voto che oscilla fra un minimo di 1 e un massimo di 5. Il risultato di questa «votazione» ha visto in testa a parimerito (punti 3,7) Mirato e Zignago, tallonate da Benetton, Bulgari e Luxottica (3,4) e quindi da Marzotto (3,3). In coda Marcolin (2) e Csp (2,2).
Eppure questa prima griglia non è sembrata sufficiente agli analisti. Ecco spiegata, dunque l'esigenza di andare a fondo nella stima della valutazione complessiva della società. La conseguenza è stata la creazione di un secondo specchietto basato quasi completamente su indici finanziari come la crescita, il dividendo atteso e la redditività, ma anche sul «profilo di rischio» complessivamente individuato dagli analisti.
La classifica prodotta da questa seconda tabella vede nelle posizioni di testa Benetton e Mirato a 4 punti seguiti da Zignago (3,4), quindi da Luxottica e De Longhi a 3,3 punti.
Vedi tabella che segue
Estratto da Affari & Finanza del 16/02/04 a cura di Pambianconews