L'industria della moda è in mano alle donne. Il tessile è l'unico settore in cui le imprenditrici, che sfiorano il 60%, sono in numero superiore agli imprenditori. Lo sottolinea un rapporto presentato al Cnel che, in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha promosso un forum su #'Professioni della moda e scenari globalizzati''. Se si esclude il comparto del tessile, nell'industria manifatturiera le imprenditrici arrivano solo al 16%. Il primo settore dopo la moda, per la presenza di donne al comando, e' la chimica dove pero' le imprenditrici superano di poco il 30%. Le industrie della moda coprono un terzo dell'occupazione femminile manifatturiera che ha subito, negli ultimi 10 anni, un calo 18%.
La contrazione si è concentrata nel vestiario e nella filiera della pelle. Attualmente #'gli scarsi dati permettono di stimare, in prima approssimazione, si legge nel rapporto, a 10.000 l'ordine di grandezza delle occupate nei servizi della moda''. Il numero delle lavoratrici part-time, nel mondo della moda, è di circa 65.000 unità e la quota è in linea con la media delle altre industrie manifatturiere.
#'In un mercato mondiale in cui gli acquisti femminili superano quelli maschili, evidenzia la ricerca, le differenze di genere, configurano due diversi modelli strategici per le imprese. E quello rivolto al mercato femminile è particolarmente adatto alle caratteristiche del made in Italy''. Il modello italiano, basato sulla coesistenza di grandi imprese e sistema industriale dei distretti, è più ricco di contenuti ed è più competitivo rispetto a quello americano delle grandi corporation che delocalizzano interamente la produzione nei paesi a basso costo.
Estratto da Agi del 22/01/04 a cura di Pambianconews