Firenze passa il testimone a Milano: domenica si è infatti chiuso Pitti Immagine ed è iniziata la settimana della moda maschile nel capoluogo lombardo. Due manifestazioni diverse, ma utili a misurare la salute del settore e a fare qualche previsione per il 2004. Della manifestazione fiorentina parla Vittorio Giulini, presidente di Sistema moda Italia (Smi), un'associazione che raggruppa le industrie della filiera tessile-abbigliamento ed è anche la più grande organizzazione del mondo di rappresentanza degli industriali del settore. «Pitti Immagine Uomo si è confermata la manifestazione leader mondiale nel suo genere: la 65a edizione si è conclusa con un incremento dei compratori dello 0,4% rispetto all'edizione dell'inverno scorso. II dato interessante, spiega Giulini, è che il numero dei compratori italiani è rimasto invariato, ma sono aumentati dell'1,3% quelli esteri, che sono stati circa 9mila, da un centinaio di nazioni di tutti i continenti».
Anche Mario Boselli, presidente della Camera nazionale della moda, è ottimista, dollaro permettendo. Le previsioni per il 2004 parlano infatti di una crescita del 4,5% per il settore della moda, a patto, sottolinea Boselli, che il dollaro si stabilizzi sui valori medi dell'ultimo trimestre 2003.
«A differenza di quanto avviene a Firenze, è difficile monitorare le presenze alla settimana milanese. Ho assistito alle sfilate della giornata inaugurale e andrò anche a tutte le altre, dice Borselli, ho visto compratori orientali e occidentali, entusiasmo, una buona energia e soprattutto, bellissimi vestiti». Ma quali sono i punti di forza del sistema moda italiano? Il presidente della Camera della Moda non ha dubbi: «II design e la creatività. Il che non esclude la possibilità di una #'delocalizzazione intelligente''. In Italia possono e devono restare le teste delle imprese, ma si può andare all'estero per produrre, oltre che per vendere».
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Estratto da del 13/01/04 a cura di Pambianconews