Gioielli costosi, anzi costosissimi, che servono a misurare il tempo. Sono gli orologi firmati Girard Perregaux, antica casa d'alta orologeria svizzera. La Girard Perregaux, 280 dipendenti sparsi tra Europa, Asia e Americhe, un partner d'eccezione come Ferrari, è presieduta dal 1992 da un architetto torinese: Luigi Macaluso, 55 anni, ex pilota di rally, una vita trascorsa tra automobili e orologi, che non ci sta a parlare di crisi del settore del lusso: «Con i nostri prodotti, che vanno dai 7mila agli 800mila franchi svizzeri (da 4.500 a oltre 500mila euro, ndr), siamo andati a ritagliarci una delle nicchie più estreme di mercato. Per noi che produciamo meno di ventimila pezzi l'anno è l'unica strada praticabile». Pochissimi se si pensa che Rolex produce in dodici mesi circa 700mila esemplari.
La sua azienda ha registrato nel 2002 un fatturato di circa 170 milioni di franchi svizzeri (108 milioni di euro) e la crescita per quest'anno dovrebbe attestarsi tra il 5 e il 10%: «Ma è una previsione difficile da fare, commenta Macaluso, perché vendere dieci o venti orologi in più significa rivedere questo margine».
Essendo l'Italia uno dei Paesi in cui il business delle false griffe è più sviluppato (insieme a Cina e Russia), ci si chiede se esistano delle copie di orologi tanto curati. Risponde Macaluso: «Eccome se ci sono. Ma se dal punto di vista economico il fenomeno non ci tocca, il danno in immagine invece è enorme. E comunque l'impegno maniacale che mettiamo nella fabbricazione di ogni pezzo lo rende assolutamente inimitabile».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 24/11/03 a cura di Pambianconews