Nuovi accordi di governance tra i soci di Aeffe, che rinviano la quotazione di Borsa del fashion group. La società dei fratelli Alberta e Massimo Ferretti non era in grado di rispettare i patti, firmati con l'allora Nuova holding Sanpaolo (oggi Sanpaolo Imi private equity) alla fine del 2000. Ovvero all'epoca dell'ingresso della banca torinese nel capitale della società di Rimini con il 20% e 50 milioni di investimento. L'accordo era stato voluto dai Ferretti per sostenere la crescita con le acquisizioni di Jean Paul Gaultier, Moschino, Rodriguez e Pollini, che hanno spinto i ricavi a 250 milioni.
Per il polo del private equity del Sanpaolo, oggi guidato dall'amministratore delegato Mario Mauro, l'uscita dall'investimento era stata fissata entro il 2004 attraverso la quotazione di Aeffe, con l'avvio delle procedure entro luglio. Scadenze che oggi per gli imprenditori e il management guidato dal ceo Giovanni Coccodrilli non potevano più essere rispettate.
I soci emiliani sostenevano che Aeffe non avesse ancora i numeri per affrontare il mercato, malgrado un 2002 in crescita (+4% i ricavi e +14% il mol) e la tenuta nel 2003. Il socio finanziario suggeriva una politica espansiva più aggressiva per aumentare il valore della società da collocare. Il confronto, durato vari mesi, è sfociato nella prosecuzione degli accordi, anche se rivisti: rinvio dell'ipo e maggiore coinvolgimento del Sanpaolo nella definizione dei programmi, impegnati nel reingeneering del gruppo.
Estratto da Il Mondo del 21/11/03 a cura di Pambianconews