«Non c’è da essere ottimisti, nel breve termine, Giacomo Bozzi, Presidente di Richemont Italia non cerca d’indorare la pillola. è vero: come al solito, in vista del Natale, si verifica un’accelerazione del mercato e i dati di agosto e settembre hanno fatto registrare un’inversione positiva, ma il trend generale resta difficile e le cifre, sulla media annuale, saranno comunque negative. Il contesto economico generale dei consumi, d’altronde, non è brillante».
I grandi gruppi hanno qualche responsabilità?
«Questa situazione si basa sulla sovrapposizione di molti elementi critici negli ultimi due anni: dal rallentamento dell’economia alla caduta delle Borse che hanno frenato la corsa, dopo anni di grande crescita. I megagruppi come il nostro, anzi, hanno continuato a fare comunicazione nonostante la diminuzione dei profitti e sono stati in grado di sostenere finanziariamente i cresciuti stock nel sistema. I grandi gruppi finanziari, in pratica, funzionano da ammortizzatori evitando le situazioni traumatiche che avrebbero coinvolto le marche più deboli. Ma sono legati alle Borse e alle loro regole».
Ci sono stati degli errori, però: come l’illusione che aumentando produzione e prezzi fosse possibile continuare a far crescere gli utili.
«è vero: il problema di quanto produrre è nevralgico. L’assorbimento del mercato orologiero è diminuito e bisogna prenderne atto. Oggi non c’è più la penuria di prodotto che ha contraddistinto i tempi di boom ma un mancato rigore da parte dei dettaglianti che si traduce in una dannosa espansione del mercato parallelo e degli sconti. La crisi sta danneggiano l’immagine del prodotto, che deve essere venduto in modo coerente con il suo posizionamento di eccellenza. Ciò vale anche per altri aspetti, come il servizio post-vendita al cliente: nell’orologeria la nozione di servizio è tuttora inadeguata e inferiore a quella di altri mondi, come quello dell’automobile o degli alberghi. Noi lo abbiamo capito e stiamo per aprire un centro assistenza di 1200 metri quadrati, 60 dipendenti e la precisa volontà di esprimere eccellente qualità nel servizio al cliente anche dopo la vendita».
Estratto da Corriere della Sera del 21/11/03 a cura di Pambianconews