Vanno di moda le «stelle e strisce». L'industria dell'abbigliamento americano ha confermato negli ultimi giorni che il boom dei consumi (alla base della recente crescita record del pil Usa) si è tradotto anche in sostanziosi benefici nei bilanci. Ieri, sulla scorta di risultati andati oltre le previsioni, hanno preso il volo in Borsa Tommy Hilfiger (fino a +11% nell'intraday a Wall Street) e Polo Ralph Lauren (fino a +2,5%). Il primo ha registrato un incremento del 6% dei profitti nel secondo trimestre chiuso il 30 settembre. Le vendite di Hilfiger, che ha il quartier generale a Hong Kong, ma è famoso per i colori della bandiera americana delle proprie linee, hanno in realtà rallentato proprio negli Stati Uniti, a causa del dollaro debole. Ma il ripiegamento è stato molto inferiore alle previsioni, visto che il gruppo ha comunicato stime di utile sull'intero esercizio tra 1,35 e 1,43 dollari per azione, contro gli 1,21 degli analisti.
Per Polo Ralph Lauren, il trimestre luglio-settembre ha portato un utile netto di 54 milioni di dollari, contro i 51,7 dello scorso anno. E anche in questo caso i risultati hanno superato le attese, proprio grazie al boom del retail che ha spinto in alto di oltre il 10% i ricavi, a quota 708 milioni.
Discorso simile per Liz Claiborne (Lc). La società di New York ha presentato qualche giorno fa risultati in forte crescita (+18% gli utili nel terzo trimestre a 98 milioni). E nonostante le stime deboli sul 2004, sul buon stato di salute di Lc ci sono motivi per scommettere: infatti, la società (che ha di recente acquisito Ellen Tracy, Mexx Canada e Juicy Couture) non nasconde la volontà di ulteriori crescite esterne. Tra le ipotesi è emersa Donna Karan International (di cui Lc produce e distribuisce la linea Dkny), gruppo rilevato da Lvmh nel 2001.
Vedi tabella che segue
Estratto da Finanza & Mercati del 6/11/03 a cura di Pambianconews