L'industria conciaria italiana deve fare i conti con una congiuntura fortemente negativa. Le ultime previsioni indicano che il 2003 chiuderà con una perdita di fatturato pari circa al 10%, a quota 5.600 milioni di euro. Un netto passo indietro rispetto allo scorso anno, quando il giro di affari aveva raggiunto i 6.200 milioni di euro, con un risultato comunque già in flessione rispetto al 2001. Gli imprenditori del settore, riuniti a Bologna per l'edizione autunnale di Lineapelle, la rassegna internazionale del settore, in corso di svolgimento presso il quartiere fieristico del capoluogo emiliano, manifestano preoccupazione, e cercano strade per agganciare la ripresa.
I consumi di calzature, borsette, abbigliamento e arredo in pelle, sono calati in Italia e all'estero, soprattutto in Europa. Nei primi sei mesi dell'anno in corso le esportazioni sono scese del 13,4% in valore. Per uscire dalla crisi il settore guarda con crescente interesse ai Paesi emergenti e in particolare alla Cina. A Canton il 27 novembre prossimo verrà inaugurata la prima edizione asiatica di Lineapelle. «La situazione è incerta, osserva Salvatore Mercogliano, amministratore delegato della manifestazione espositiva e direttore dell'Unic, l'Unione nazionale dell'industria conciaria, i problemi ci sono e riguardano la rarefazione dei consumi sulle due coste dell'Atlantico. Per questo puntiamo sul nuovo Eldorado, cioè su Asia e Cina».
«Quando il prezzo non cede, è segno che c'è una domanda che lo sostiene», commenta Mercogliano. Tuttavia per ora i bilanci hanno il segno meno. Calano gli ordini dalla pelletteria (-9%), dall'abbigliamento (-8,3%) e dalle calzature (-7,9%). In questo scenario negativo c'è anche chi si muove in contro tendenza. Mario Moretti Polegato, fondatore e presidente della Geox, presente al convegno sul futuro dell'industria conciaria organizzato da Tfl, ricorda che la produzione della sua azienda passerà dai 4,5 milioni di paia di scarpe del 2002 ai dieci milioni previsti per il 2004. Il segreto? L'innovazione e la capacità di difenderla con brevetti adeguati.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 29/10/03 a cura di Pambianconews