Nella guerra all'ultima borsetta dei grandi marchi italiani, torna alla ribalta un nome che è stato famoso quando il made in Italy era sinonimo di design più che di moda: Valextra. Una linea di pelletteria dal grande passato (premiata nel 1954 con il Compasso d'oro per la valigia-borsa d'ufficio ventiquattrore esposta al Moma di New York, mentre il portachiavi con microlampada incorporata fa parte della collezione permenente della Triennale di Milano) che aspira a un scintillante futuro, dopo una crisi durata anni. «Avevano ridotto la produzione limitandosi alle cartelle per uomo, eliminato i dipendenti, chiusa la fabbrica. Insomma, si avviavano alla chiusura», spiega Massimo Suppancig, che archiviata l'avventura nel pr�t-à-porter Boss donna, dopo alcuni mesi di rilessione a New York, ha iniziato questa nuova sfida.
Per la prima collezione, dedicata alla primavera/estate 2003, si è proceduto alla riedizione di pezzi degli anni Cinquanta, come la borsetta Punch, e rinfrescato il colore. Non più soltanto bianco, panna, tabacco, ma anche corallo e azzurro. Pier Luigi Cerri, grafico illustre, ha ridisegnato il logo, che però viene riportato soltanto sulla fodera interna. E mentre si procede a un riassetto completo della rete distributiva, sono cominciati i lavori in via Manzoni nel palazzo che ospiterà al piano terra la seconda boutique milanese, quella storia si apre sotto i portici di Piazza San Babila, e ai piani superiori gli uffici.
Estratto da CorrierEconomia del 6/10/03 a cura di Pambianconews