Stretto tra la congiuntura difficile e l'invasione di prodotti a basso costo provenienti dalla Cina, il distretto tessile di Prato gioca la #'carta estrema'' per reclamare interventi in difesa del settore da parte del Governo e dell'Unione europea. «Siamo pronti alla serrata per poter continuare a fare qui il nostro mestiere, per non dover diventare imprenditori emigranti», ha annunciato Mario Maselli, presidente dell'Unione industriale pratese, aprendo la rassegna Prato Expo (alla Fortezza da Basso di Firenze, con 163 aziende che propongono le collezioni di tessuti per l'autunno-inverno 2004-2005). «Se le nostre istanze non vanno avanti, ha continuato Maselli, dobbiamo avere il coraggio di agire come ogni buon sindacato: lasciare il tavolo e passare, compatti, alla lotta anche dura».
La #'provocazione'' arriva dopo due anni spesi a chiedere reciprocità di accesso ai mercati, lotta al dumping sociale e ambientale e ai sussidi di Stato non autorizzati, stop alla contraffazione e alle importazioni illegali, tracciabilità dei prodotti. Due anni difficilissimi anche sul fronte produttivo, che hanno lasciato un segno profondo nel distretto pratese.
Se il 2002 si era chiuso con un fatturato in calo del 7,5% a 5,05 miliardi, quest'anno il bilancio rischia di aggravarsi ancora: nei primi sei mesi le esportazioni (che danno quasi il 60% dei ricavi) sono calate del 9,1%, fermandosi a 1,273 miliardi.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 1/10/03 a cura di Pambianconews