La pattuglia delle venti aziende che questa sera presenta le novità dell'alta moda fiorentina nel palazzo dell'Art-Industry Academy, a due passi dall'Hermitage, insieme a una sfilata storica di costumi della città dei Medici dal 1300 al 1600, è un segnale dell'attenzione che gli operatori italiani stanno di nuovo dedicando alla Russia. In effetti, è tempo di mettere il piede sull'acceleratore, per non continuare a perdere posizioni anche qui, come in Cina. Le cifre non mentono: nel gennaio-luglio 2003, le esportazioni italiane in Russia sono calate del 3,1 %, da 2.114 a 2.049 milioni di euro, secondo i dati Istat.
Ma chi sta perdendo di più e chi invece tiene meglio sul mercato russo tra i settori industriali italiani? I dati Istat disponibili per i primi cinque mesi 2003 indicano come il principale settore del nostro export in Russia, macchinari e impianti, sia quello che ha perso di più, scendendo del 9,8% da 416 a 376 milioni di euro. Il secondo grande settore, l'abbigliamento, dopo un 2002 pesante, indica segnali di ripresa: +4,6% nei primi cinque mesi. Lo conferma Vasco Galgani, presidente di Promofirenze, azienda speciale della Camera di commercio cittadina per l'internazionalizzazione delle Pmi, che ha organizzato la manifestazione di San Pietroburgo.
''Le imprese fiorentine della moda si stanno rigettando nella mischia: il mercato di questa regione, che oggi copre il 17% del settore dell'abbigliamento russo di fascia medio-alta, e vale da solo 12-13 miliardi di dollari, può costituire una ghiotta occasione di ripresa nel non roseo momento attuale''. In effetti, l'altro comparto dell'abbigliamento, la maglieria, ha ancora problemi sul mercato russo, poiché ha diminuito l'export del 9,7% nei primi 5 mesi, da 69,5 a 62,7 milioni di euro. A tirare sono invece i mobili (+6,8%), mentre le scarpe sono scese dell'11,2% in valore, da 125,4 a 111,4 milioni di euro.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Sole 24 Ore del 10/09/03 a cura di Pambianconews