«C'è preoccupazione in generale per il mercato e, a breve, per il Salone del mobile che apre tra pochi giorni, mercoledì prossimo 9 aprile, conferma Roberto Snaidero, presidente della Snaidero Engineering & Trading e di Federlegno-Arredo, l'associazione degli industriali del mobile. Temiamo, infatti, che il numero degli operatori economici calerà, soprattutto dagli Usa». Ma i problemi non sono solo dovuti alla guerra in Iraq, hanno radici più lontane: «E' vero, conferma Rosario Messina, presidente di Flou e Cosmit, l'ente che organizza il Salone, già da un po' eravamo sotto pressione, diciamo in una stasi di mercato dovuta a un 2001 non entusiasmante e da cui nel 2002 lentamente ci si stava riprendendo. Poi, ahi noi, c'è stato questo contraccolpo».
Quali sono dunque le possibili soluzioni, esistono alternative, altri mercati su cui confluire? «La Russia, per esempio, un Paese ricchissimo, incalza Messin, dove alla recente fiera Mebel di Mosca abbiamo ottenuto grossi risultati e che nei prossimi dieci anni, credo, potrà sostenere le perdite che abbiamo subito col mercato tedesco. Poi, in futuro, penso a Paesi come Polonia, Romania, Bulgaria, il sud America con Brasile e Cile».
E la Cina? «E' una grande opportunità, ma anche un rebus, è l'opinione di Ernesto Gismondi, proprietario di Artemide, che sta sviluppando proprio in Cina una serie di installazioni che vanno dall'illuminazione del Teatro Nazionale di Pechino a quella della Bank of China di Guanzhou. «Dico grande opportunità perché entrare in un enorme mercato che si sta sviluppando è un fatto ovviamente positivo, spiega Gismondi, un rebus perché lì non si può lavorare con i nostri standard internazionali, è come muoversi ancora nel Far West».
Estratto da CorrrierEconomia del 31/03/03 a cura di Pambianconews