Saranno dismessi gli asset immobiliari non strumentali di maggior pregio per recuperare liquidità e liberare la capogruppo Gianni Versace spa di almeno 4 milioni di euro di costi operativi. Sarà così messa in vendita la casa-showroom di New York, un palazzo sulla 64esima Strada del valore di mercato stimato 15 milioni di dollari. Ma anche la proprietà milanese di corso di Porta Nuova e altre mura di prestigio ancora da identificare.
Poi i due azionisti, i fratelli Santo e Donatella Versace, amministratori delegati del gruppo della Medusa, avvieranno un articolato programma di riduzione delle spese. A partire da quelle legate alla gestione di showroom, a riprese fotografiche a produzione di cataloghi. Al via anche una serie di fusioni di controllate nella capogruppo, a iniziare dall'incorporazione già deliberata di Modifin spa, cui fanno capo i negozi di proprietà in Italia.
Un programma deciso in queste ultime settimane anche alla luce delle prime stime di bilancio consuntivo per il 2002, un anno difficile per tutto il luxury. Nel piano i ricavi del core business (480 milioni) sono stimati in contrazione tra il 5 e il 6% e per il mol le previsioni parlano di una discesa da 48 a circa 31 milioni a fronte di debiti con le banche in aumento dai 100 milioni del 2001. Archiviato per il momento il progetto di trovare un partner finanziario cui vendere un quarto del capitale, il gruppo cerca dunque di contenere i costi di produzione lievitati l'anno scorso del 16,9% (503 milioni).