Marco Franchini è il nuovo amministratore delegato della Bally il marchio svizzero specializzato in scarpe e pelletteria, acquistato nel novembre del 1999 dal Texas Pacific Group. TPG ha sborsato 65 milioni di dollari per acquistare Bally dalla Oerlikon-Buhrle Holding Ag. II pano industriale prevedeva un ulteriore investimento di 135 milioni di dollari per ristrutturare il marchio un po' polveroso a riposizionano verso la fascia alte del mercato.
Come sta andando il business?
«In questo momento è sotto controllo. Quest'anno rispetteremo il budget che fu fatto a suo tempo quindi l'azienda è in equilibrio sia dal punto di vista dei profitti che da quello de1 cash-flow. Non rilasciamo dati ma posso dire che il volume è stabilizzato e prevediamo una crescita del 15-20 per cento per il prossimo anno. E prevediamo anche di avere un bilancio in nero l'anno prossimo».
Che piani avete per l’avvenire?
«Il progetto originale di Texas Pacific era quello di trasformare Bally da un'azienda di calzature di alta qualità con problemi di redditività in un'azienda di beni di lusso globale con una profittabilità tipica di un'azienda del genere. La prima parte di questo progetto è stato realizzato e prevedeva l’entrata della Bally nel mondo delle aziende di beni di lusso. Quello su cui dobbiamo concentrarci a questo punto è costruire su questa nuova immagine e quindi cercare ‘execution’, crescita e profittabilità. Il nostro primo mercato in Europa è la Gran Bretagna, seguito dalla Svizzera, dalla Germania e dai paesi del Nord Europa. Gli Stati Uniti e l'Italia sono i mercati da sviluppare in futuro».