Una galassia di 753 aziende, 30mila addetti, 10,6 miliardi di euro di fatturato. Sono i dati del primo rapporto sull'industria italiana dell'articolo sportivo, presentato sabato a Ponzano Veneto in occasione della convention nazionale delle aziende del settore. Numeri che proiettano il comparto tra le principali realtà economiche del Paese e permettono all'Assosport di far sentire la propria voce nella stesura delle regole del gioco a livello sia nazionale che europeo.
Trecentododici aziende si trovano nel Nord-Est, 263 nel Nord-Ovest e 178 nel Centro Sud: al primo posto c'è il Veneto (256 imprese e 11.064 addetti), seguono la Lombardia (185 imprese e 6.489 addetti), l'Emilia Romagna (60 aziende e 4.014 addetti) e il Piemonte (55 imprese e 2.855 addetti).
Il settore che conta il numero più alto di aziende è quello dell'attrezzatura con 373 società presenti, segue l'abbigliamento con 342 e la calzatura con 253 (la stessa ditta può realizzare prodotti diversi). Ad operare
con il proprio marchio sono 527 aziende, mentre altre 226 pur effettuando tutto il processo produttivo non possiedono una propria etichetta.
Analizzando i1 mercato dell'industria sportiva in base al giro d'affari, troviamo in testa anche il questo caso il Veneto con 3,7 miliardi (il 35% del totale), segue il Piemonte con 2,5 (24%), la Lombardia con 1,7 (16%), l'Emilia con 1,2 (12%), distanziate la Toscana con 0,4 (4%), la Liguria con 0,3 (3%) e le Marche con 0,2 (2%), chiudono la classifica le altre regioni con il restante 0,4 (4%).
II 52% del fatturato è realizzato dalle aziende con più di 100 dipendenti, il 33% dalle società che impiegano dai 21 ai 100 addetti. L'export rappresento i170% del giro d'affari globale. E il comparto non sembra subire contraccolpi dovuti al momento congiunturale.