«Max Mara archivierà il 2002 con il fatturato in lieve crescita rispetto ai 1.065 milioni di euro dell'anno scorso. Ma non escludo sorprese positive sui ricavi negli ultimi mesi 2002, grazie alla piena operatività del nuovo meccanismo di business-to-business, attivato da questa stagione».
Luigi Maramotti, amministratore delegato di Max Mara Fashion Group, leader nel pr�t-à-porter femminile di fascia alta, è nel capoluogo lombardo per le sfilate dei due marchi di punta, Max Mara e Sportmax, in calendario oggi a Milano moda donna. Misurato come sempre, il giovane imprenditore di Reggio Emilia, che #governa' il gruppo insieme ai fratelli Maria Ludovica e Ignazio, analizza la difficile congiuntura del settore.
Maramotti, che cosa vi segnalano le vostre finestre sul mercato?
è un mercato non particolarmente dinamico ma in linea con il nostro budget, che era conservativo: non sono tempi di grande espansione. Stanno viaggiando bene alcune aree dell'Est europeo dove ci sono grandi potenzialità di crescita, tiene bene la Spagna e anche l'Italia, almeno per noi, non è affatto in crisi. Tutto il contrario della Germania, che ormai è in sofferenza strutturale.
State tagliando i costi?
Il contenimento dei costi ha sempre fatto parte della nostra cultura d'impresa e forse abbiamo margini di ulteriore riduzione minori rispetto ad altri. Piuttosto ci stiamo concentrando appunto sul meccanismo di B2B dal quale ci attendiamo ricavi aggiuntivi a breve termine: il nostro mestiere non è più quello di una volta, costruito sul programmato con sei mesi di anticipo.