Un altro profit warning di Hugo Boss, dopo quello di fine maggio, ha spinto ancora una volta in forte ribasso l'andamento della controllante Marzotto. L'allarme sui conti della società tedesca da ieri ha assunto una specie di periodicità, così i valori della casa di Valdagno hanno accusato una perdita pesantissima, di quasi il 15% a 5,87 euro, dopo essere stati sospesi al ribasso dalle autorità di Borsa. I titoli sono tornati ai livelli del gennaio '97, mentre denuncia un arretramento del 35% rispetto all'inizio dell'anno. La Hugo Boss ha nuovamente rivisto al ribasso le stime di utili per il 2002 a causa delle difficoltà dei mercati, soprattutto statunitensi, dove il gruppo tedesco solo qualche mese fa aveva dato vita ad un giro di vite.
Ieri la società quotata a Francoforte ha fatto sapere che per l'esercizio in corso la prevede profitti netti per 70 milioni di euro, in calo rispetto alla stima precedente, effettuata solo due mesi fa, di 95 milioni. Inferiore alle attese anche l'utile netto del primo semestre, che sarà di 30 milioni, in calo da 58,9 milioni di un anno prima. Insomma, la casa tedesca da qualche tempo dà molte preoccupazioni ai manager di Valdagno nonostante il cambio del presidente ed amministratore delegato Bruno Saelzer che ha sostituito all'inizio di giugno Werner Baldessarini, guru della moda tedesca ed ex padre-padrone della società. E proprio Saelzer in un'intervista a Focus ha dichiarato che si è dimesso il direttore finanziario di Hugo Boss negli Usa, Vincent Ottomanelli, la cui uscita di scena fa seguito a quella di Marty Staff, direttore della filiale americana di Hugo Boss.
Per anni Hugo Boss è stata considerato il fiore all'occhiello della Marzotto, ma adesso è fonte di problemi. All'inizio di quest'anno erano state diffuse le stime di Hugo Boss, secondo le quali il gruppo tedesco sarebbe cresciuto del 5-7%, aveva annunciato l'allora vice presidente Saelzer. Lo sviluppo di Boss – sosteneva Saelzer – avverrà anche per vie esterne. Rientra nei nostri piani la possibilità di acquistare un grande marchio, dichiarava l'allora vice presidente, ma non c'è nessun interesse per marchi come Joop, Cinque e Laurel. E sono passati solo sei mesi. Situazione molto delicata, quindi, per il gruppo tessile veneto che si trova a dover fare i conti con una pesante crisi dei mercati finanziari proprio mentre cercava un rilancio anche nel settore del lusso con l'acquisto di Valentino dalla HdP.