La maglieria in cashmere 'made in Italy' ha chiuso il 2001 con un aumento delle esportazioni del 4,8%, per un totale di quasi 130 milioni di euro. Il dato (che non include tutti quei prodotti per i quali non esistono statistiche ufficiali suddivise per fibra) è stato fornito dal Ccmi, l'Istituto dei produttori di cashmere e cammello. Secondo le elaborazioni di Diomedea per il Ccmi, anche lo scorso anno si sono registrati buoni andamenti nelle vendite di maglieria in cashmere nonostante la crisi economica abbia pesato soprattutto nei rapporti con i clienti tradizionali, come la Germania (Germania e Austria hanno chiuso il 2001 con un calo rispettivamente dell'11% e del 6,3%).
Complessivamente, spiega in una nota Massimo Zegna Baruffa, portavoce di Ccmi, questi due paesi rappresentano una quota di mercato di quasi il 40% e non possono quindi non condizionare il risultato dell'intero settore. In realtà la negatività del 2001 è soprattutto legata al mercato tedesco''.
''In generale, continua Zegna Baruffa, per la moda il 2001 è stato un anno negativo. Per la maglieria in cashmere invece i dati hanno confermato che il prodotto italiano di alta gamma ha ancora ottime potenzialità commerciali in alcuni paesi del Nord Europa, ma anche in Spagna''.
Ma è soprattutto fuori dell'Europa che il cashmere ha avuto i migliori risultati: ''in Usa, continua Zegna Baruffa, l'aumento delle vendite è stato del 21,7% mentre nell'Asia Orientale, area che ha dato poca soddisfazione alla moda italiana nel 2001, la maglieria è riuscita a conquistare quote di mercato aumentando le vendite di oltre il 46,5%.