Diego Della Valle ha quotato in Borsa il titolo Tod's circa un anno e mezzo fa. Il 2001 è stato un anno molto buono per l'imprenditore marchigiano: il fatturato consolidato è cresciuto del 26,6 per cento e raggiunge i 318,5 milioni di euro. Negli Stati Uniti il giro d'affari è aumentato del 50 per cento. Inoltre sta sorgendo un nuovo stabilimento nelle Marche che dovrebbe entrare in funzione alla fine del 2002, con un investimento previsto di 25 milioni di euro.
Come ha investito i soldi raccolti in Borsa?
«Abbiamo tre marchi con una capacità di sviluppo enorme. Produciamo scarpe al 75 per cento, il resto sono borse. Stiamo ingrandendo velocemente la rete distributiva dei nostri negozi. Solo quest'anno dovremmo aprirne 26. Intendiamo concentrarci sullo sviluppo di certe aree geografiche: il Giappone e l'Asia, per esempio, rappresentano meno del 5 per cento del nostro lavoro. Questa cifra potrebbe salire al 25 per cento. Abbiamo queste tre filiere: sviluppo merceologico, sviluppo di punti vendita e sviluppo di area geografica che per noi valgono più di un'acquisizione importante».
Negli ultimi tempi tutti sembravano decisi a fare sviluppo tramite acquisizioni. Voi no, ma non sembrate pentiti.
«Nel momento della resa dei conti abbiamo visto che la scelta nostra, di sviluppo interno, era giusta. Se un marchio è serio, se ha operato bene e se ha i fondamentali a posto, non saranno i sei mesi di meno 3, meno 8 o meno 15 a cambiare la consistenza del brand. Se però un marchio è sovraesposto, con prodotti che hanno una debole identità, magari pieno di debiti, allora i periodi negativi diventano molto pericolosi».