La Fortezza da Basso pullula di buyer ma le previsioni sull'andamento del mercato per il 2002 sono prudenti. Le stime di Sistema Moda Italia non convincono tutti. Lo stesso Mario Boselli, il cui mandato di Presidente di Pitti Immagine è in scadenza, è meno ottimista rispetto alla cifra ipotizzata da Smi di un +1,1% in valore.
A rischio sarebbero infatti le imprese piccole e poco strutturate, con marchi poco riconoscibili a livello internazionale e minor forza contrattuale con la distribuzione organizzata.
Maurizio Corneliani, direttore commerciale dell'omonima azienda, ammette che ci siano timori sul 2002 e che la selezione sarà dura per chi non presidia una nicchia o non ha risorse da investire. Per lui i 110 milioni di euro del 2001 sarebbero un risultato da tenere per buono anche nel 2002.
Giovanni Inghirami, amministratore delegato della Inghirami, sostiene che l'attentato alle Twin Towers abbia solo accelerato un rallentamento preesistente. Le aziende dovrebbero essere più propositive e tornare ad un prodotto che certifichi il marchio e non viceversa. E per il 2002 le previsioni di Inghirami tendono al positivo per ricavi e profitti, dopo aver archiviato il 2001 con un consolidato stabile a 250 milioni di euro.
Aida Barni di Annapurna dubita seriamente che si avrà ancora voglia di cashmere e materiali preziosissimi, ma si cercherà di stuzzicare il consumatore con prodotti più alla moda. Inoltre teme l'attacco dei cinesi, che lavorano senza regole, ai maglifici pratesi.
Gianfranco Barizza, della Forall-Pal Zileri, stima un anno duro ma non drammatico, comunque in crescita del 4% per quanto riguarda il fatturato (114 milioni di euro nel 2001). Si dice peraltro convinto che lo spazio per l'abbigliamento classico maschile vedrà un restringimento dell'arena competitiva, e si sta preparando alla volata poichè non ci sarà spazio per tutti.
Chi non teme la congiuntura è Raffaele Redaelli che dopo avere venduto a Multimoda Network ha rispolverato un vecchio marchio del nonno Co.Re 1920, insieme a Massimo e Fulvio Baldini, soci di maggiornza. Prevede con una start-up di 3,5 milioni di euro ricavi per il 2004 di 8,5 milioni di euro.
Sintesi dell'articolo di Paola Bottelli a cura di Pambianconews