C'è crisi in Giappone e Stati Uniti. E il tessile-abbigliamento guarda allora ai Paesi energenti. Accanto alla Cina però, maggior esportatore assoluto al mondo, arrivano Pakistan, Indonesia, Bangladesh, Vietnam…
Secondo Boselli, Presidente di Camera Nazionale della Moda e di Pitti Immagine, le imprese si stanno preparando alla liberalizzazione degli scambi internazionali che si attuerà dal 2005. Questo acuirà le battaglie su licenze, acquisizioni e delocalizzazioni.
Altra causa di agitazione, secondo Jean de Jaegher, Presidente di Euratex, sarà l'eliminazione di tutti i contingenti a livello mondiale. Anni critici e importanti, dunque, per stabilire reciprocità con Cina e India e dar vita, nel contempo, ad un'area pan-euro-mediterranea – contraltare del Nafta – che raggruppi 18 paesi a dazio zero.
Per Giulini, infine, Presidente di Sistema moda Italia, l'Italia saprà ben difendersi in quanto possiede i tre puntelli necessari della filiera integrata del tessile-abbigliamento: industria, design e distribuzione. Ai Paesi emergenti mancano le ultime due, mentre gli Usa hanno perso l'industria.