Pitti uomo chiude la sua 84esima edizione sotto il segno di una sostanziale tenuta dei buyer italiani rispetto all’edizione dello scorso giugno che tradotto in cifre significa un’affluenza di 10.400 presenze e di una crescita dei visitatori stranieri, aumentati del 4,5% per un totale che dovrebbe superare quota 7.700. Nel complesso quindi il totale dei compratori ha della quattro giorni fiorentina dedicata all’uomo e alle pre-collezioni donna di Pitti W ha superato i 18mila buyer contro i 17.800 di giugno 2012. Fin qui i numeri. Analizzando le singole voci, il risultato più significativo si cela proprio nel dato italiano. Pur lontano, certo, dai fasti di un passato non troppo lontano, la tenuta dei buyer nostrani sembra stia ad indicare l’arresto dell’emorragia delle presenze in controtendenza con le altre fiere di moda che hanno anticipato Pitti immagine uomo nei primi mesi dell’anno. D’altro canto, la tendenza è quella di una sempre maggiore internazionalizzazione e lo dimostra il totale dei visitatori stranieri (migliorato peraltro rispetto allo scorso anno quando la crescita si era limitata al 2%), ormai di poco inferiore rispetto agli italiani. A dare spinta all’internazionalizzazione di Pitti uomo ci sono i buyer provenienti dall’Asia con il Giappone in testa nella classifica dei principali mercato esteri, in tandem con la Germania. Secondo i dati ufficiali di Pitti immagine, crescite sostanziali arrivano anche dai compratori provenienti dal Sud Est asiatico, dall’Asia centrale e dal Medio Oriente.