Instagram più forte del copyright. Una corte federale di New York ha preso posizione su una questione che sta moltiplicando i faldoni nei tribunali: a chi appartengono le immagini condivise da utenti privati attraverso i social network? Famosa per i suoi reportage pubblicati su testate quali New York Times e Time Magazine, la fotografa Stephanie Sinclair aveva citato nel 2018 l’editore digitale Mashable per aver utilizzato un’immagine estrapolata dal proprio profilo Instagram. Prima di utilizzarla attraverso l’embedding (incorporamento), Mashable aveva proposto una ricompensa di 50 dollari all’autrice che aveva rifiutato. Lo scatto è stato ugualmente utilizzato. E, secondo quanto dichiarato lunedì 13 aprile dal giudice Kimba Wood del Southern District di New York, i lettori di Mashable sono stati in grado di riconoscere la provenienza originale della foto sebbene pubblicata attraverso un terzo server, ovvero Instagram.
Secondo Mashable, riporta The Fashion Law, il caso non sussiste perché la pubblicazione della foto attraverso il social network implica già l’autorizzazione alla condivisione senza quindi infrangere alcun copyright. Acconsentendo ai termini e alla politica di privacy stabilita dalla app, la fotografa ha quindi aderito anche alla condivisione dei propri contenuti. Il giudice ha sposato la difesa dell’editore dichiarando che i contenuti pubblici sono, appunto, di dominio pubblico e possono essere utilizzati da altri secondo le norme di Instagram, quindi incorporati anche in contenuti diversi all’interno di altri siti.
Probabilmente scottata dal verdetto, Sinclair ha attualmente impostato in modalità privata il proprio account Instagram.
La confusione sull’effettiva proprietà di alcuni scatti personali è oggetto di continui scontri tra celebrity e paparazzi, ma questo verdetto inizia, almeno in parte, a fare chiarezza nei pressoché infiniti meandri dei diritti d’autore ai tempi dei social network.