Mentre si attendono novità da parte del Ministero dello Sviluppo Economico sul fronte delle politiche e degli investimenti a sostegno del comparto fashion, un supporto al patrimonio della moda arriva dal Ministero per i beni e le attività culturali (Mibac). Il dicastero guidato dal direttore di Naba, Alberto Bonisoli, ha sancito ufficialmente la nascita di una Commissione di studio per politiche pubbliche a favore della moda italiana chiamata a studiare cosa può essere fatto per rendere la moda patrimonio culturale italiano.
La Commissione sarà presieduta da Barbara Trebitsch, direttore dei programmi accademici presso l’Accademia di Costume e Moda di Roma, e sarà composta, oltre che da un rappresentante del Mise, da: Sara Sozzani Maino, vice direttore di Vogue Italia e responsabile di Vouge talents, Maria Luisa Frisa, curatore nonché professore ordinario all’Iuav di Venezia, Antonio Mancinelli, caporedattore di Marie Claire Italia, Angelo Flaccavento, Fashion Writer e Critico per testate italiane e internazionali, Margherita Rosina, professore di Storia della Moda all’Università Iulm Milano, Rita Airaghi, direttore della Fondazione Gianfranco Ferrè, Stefania Ricci, direttrice del Museo e della Fondazione Salvatore Ferragamo, Lapo Cianchi, vice direttore generale e direttore Comunicazione Eventi di Pitti Immagine, Raffaele Curi, direttore artistico della Fondazione Alda Fendi, Alberto Cavalli, co-direttore esecutivo della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship, Daniela Tisi, consigliere del ministro ed esperta museale, e Paolo Ferrarini, titolare del corso di Fashion and Industrial Design all’Università di Bologna.
La Commissione, istituita presso gli Uffici di diretta collaborazione del Mibac, e per la quale non sono previsti compensi o retribuzioni di alcun tipo, sarà chiamata ad analizzare informazioni, esperienze, competenze tecniche e progettuali, prodotti, eventi e pubblicazioni a testimonianza della specificità del settore della moda e terminerà i suoi lavori entro il prossimo 30 maggio.
“Lavoreremo, ci faremo venire idee strambe e bislacche – si legge nel profilo Facebook di Mancinelli – magari discuteremo: ma l’idea di aver avuto l’opportunità di fare qualcosa per il mio Paese è importante, è bella, è stimolante”.
Il progetto era stato anticipato lo scorso ottobre in occasione dell’ultima edizione del Fashion Graduate Italia, alla quale aveva partecipato il ministro Bonisoli. All’agenzia Ansa il ministro aveva spiegato che sarebbero stati attivati “due gruppi su impulso del mio ministero”. Il primo riguarderà “il patrimonio culturale della moda italiana” e “si occuperà di tutelarlo, proteggerlo, valorizzarlo”. “Non voglio dire a chi si siederà al tavolo ‘disegnatemi un museo della moda’, ma chiedere ai vari attori presenti – ha precisato il ministro all’Ansa – come sia possibile rendere disponibile questo patrimonio e le possibilità sono diverse: fare un museo o vari musei o immaginare anche forme diverse come un museo digitale, visto che la moda produce conoscenza a livello continuo”. Secondo l’agenzia, l’altro gruppo di lavoro si dovrebbe occupare invece di formazione.