Non è ancora tempo per Swatch di smettere di fornire componenti ai rivali. Lo ha decretato la Comco, la Commissione svizzera che regola la concorrenza, facendo marcia indietro su un accordo concluso negli scorsi mesi con il gruppo orologiero guidato da Nicolas Hayek relativo alla riduzione graduale delle forniture.
Swatch, che detiene il quasi monopolio sulla produzione di movimenti e altri componenti dei segnatempo, è stato a lungo costretto a venderli ai concorrenti. Tuttavia, nel 2011 il gruppo di Bienne aveva avviato la negoziazione con l’autorità svizzera per valutare la possibilità di interrompere le consegne, sentendosi sfruttato dagli altri player non in grado di investire nelle proprie capacità manifatturiere. L’intesa provvisoria, raggiunta in primavera, prevedeva una diminuzione a tappe delle forniture di movimenti meccanici e di elementi regolativi a clienti terzi, rispettivamente entro il 2021 e il 2025. Tuttavia, lo scorso venerdì, la Comco ha comunicato di voler rinegoziare la decisione, essendo “d’accordo in linea di principio” con il fatto che Swatch possa, a certe condizioni, ridurre le forniture di movimenti, mentre giudica questo passo “prematuro” in relazione alle componenti.
Hayek si è detto deluso dalla notizia. “Ci rammarichiamo che la Comco non abbia preso una decisione definita e abbia fatto marcia indietro sull’accordo comune –riporta il Financial Times -. È sorprendente osservare che praticamente nessuno nell’industria orologiera svizzera si sia mosso dopo che la discussione è iniziata oltre 10 anni fa. La mancanza di interesse da parte dei player in creare novità o diventare più indipendenti dal gruppo Swatch è incredibile”. Jon Cox, analista di Kepler Chevreux, come riporta sempre il Ft, ritiene che per Swatch “il fatto positivo è che pare che più o meno ci sia un’intesa sui movimenti. Quello negativo è che la commissione per la concorrenza sembra dire che rimanderà una decisione sulle componenti di qualche anno”.
Dopo la notizia venerdì scorso il titolo di Swatch sul listino di Zurigo è sceso dell’1,91 per cento.