Digitale e sostenibilità per promuovere una vera economia circolare

Il 2020 ha accelerato la propensione alla sostenibilità di consumatori e aziende della moda. PwC Italia ha individuato tre macro-trend riguardanti questa tematica, la cui cartina tornasole si ritrova nell’operato dei brand, come qui raccontato da Salvatore Ferragamo.

Digitale e sostenibilità al fine di promuovere una vera economia circolare. Il 2020 ha imposto una notevole accelerazione verso questi elementi, ormai imprescindibili per il settore della moda e del lusso. Come evidenziato da Erika Andreetta, partner PwC Italia, in occasione del Circular Fashion Summit 2020: “È possibile individuare 3 macro-trend sulla sostenibilità: i consumatori si aspettano buone pratiche da brand e retailer, porranno particolare attenzione nelle scelte di acquisto e saranno sempre più responsabili nei comportamenti”. Nello specifico (Millennials e Gen Z in primis) si presterà sempre più attenzione alla sostenibilità lungo la filiera, dalle materie prime al prodotto finito, il quale è meglio che sia etico, naturale e animal free. Veronica Tonini, Chief Risk Officer & Sustainability Coordinator di Salvatore Ferragamo, racconta l’operato del brand nel campo della sostenibilità.

Come si evince dalla ricerca di Pwc, mai come oggi i consumatori sono sensibili alle tematiche green. In che modo Ferragamo applica i principi di sostenibilità lungo la filiera?
Per la Salvatore Ferragamo è di fondamentale importanza che la cultura della sostenibilità coinvolga l’intera catena del valore. Nel rispetto dei valori di qualità e Made in Italy, il Gruppo si affida ad un’ampia rete di fornitori e produttori italiani di grande competenza artigiana e fidelizzati spesso da anni di collaborazione continuativa. Al fine di essere qualificati come fornitori, l’Azienda richiede appositi adempimenti, ad esempio: l’accettazione del Codice di Condotta Fornitori, la sottoscrizione della Restricted Substances List (RSL) e l’accettazione della Policy sull’Animal Welfare.

Comunicare la sostenibilità è importante quanto ‘farla’. In che modo informate i vostri clienti?
Negli anni l’azienda ha implementato numerose iniziative volte a comunicare le attività e la cultura aziendale della sostenibilità al pubblico. Nel 2014 abbiamo redatto il primo Bilancio di Sostenibilità interno al Gruppo che abbiamo poi reso pubblico dal 2015. Successivamente abbiamo creato un sito internet ad hoc dedicato alla promozione e alla pubblicazione di contenuti di sostenibilità dell’Azienda e, più recentemente, abbiamo iniziato a sviluppare contenuti inerenti la sostenibilità su piattaforme social quali LinkedIn e Instagram. Altre iniziative che abbiamo comunicato sono l’adesione al Fashion Pact, quella relativa al sandalo Rainbow Future, e la mostra Sustainable Thinking.

In che modo il digitale vi supporta nel fare e comunicare la sostenibilità?
L’integrazione del mondo digitale nelle modalità di comunicazione completa la brand experience del Gruppo e supporta la veicolazione dei messaggi di sostenibilità al pubblico. Un grande lavoro di comunicazione e sensibilizzazione in ambito di sostenibilità e responsabilità ambientale è stato fatto tramite la mostra Sustainable Thinking, che ha come obiettivo quello di fornire uno spunto di riflessione su un tema così importante per il futuro. Da luglio 2020, grazie a un Tour Virtuale con immagini a 360° in alta risoluzione, video e schede di approfondimento, è stato possibile rendere interamente digitali le 10 sezioni della mostra Sustainable Thinking.

Millennials e Gen Z sono i più sensibili a queste tematiche. Che rapporto ha il brand con loro?
Le nuove generazioni di consumatori hanno aspettative diverse da quelle passate; sono molto più attente e più informate, fanno domande sulla provenienza dei materiali, si interessano sulle certificazioni e danno molta importanza alla trasparenza e alla tracciabilità. La nostra Azienda sta abbracciando questo cambiamento, fornendo maggiore trasparenza nella rendicontazione del proprio operato e inserendo all’interno delle collezioni materiali innovativi e sostenibili. L’azienda collabora inoltre con numerose Accademie e Università a progetti legati
alla sostenibilità e all’ economia circolare.

Il Fashion Pact ha appena compiuto un anno. Che primo bilancio potete farne?
Sicuramente positivo, sia a livello di commitment della nostra Azienda che di cooperazione di settore. Il Fashion Pact si ripropone di individuare e implementare soluzioni concrete volte al raggiungimento di una serie di obiettivi condivisi, focalizzati su tre aree principali. Questo primo anno si è concentrato nel definire una struttura organizzativa del patto e nell’individuare una serie di obiettivi da raggiungere per ogni macroarea. Come Azienda, abbiamo cominciato a muovere i primi passi, definendo degli obiettivi Science Based ambiziosi, per la riduzione delle emissioni dirette e indirette di Co2, da raggiungere in dieci anni. Abbiamo inoltre individuato una serie di iniziative da mettere in atto, sempre volte al raggiungimento degli impegni presi con la sottoscrizione del patto.

 

 

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