Ha riaperto i battenti il 21 settembre il flagship Louis Vuitton di via Montenapoleone. Situato all’interno di Palazzo Taverna e ispirato a quello che l’architetto Peter Marino definisce uno stile “residenziale”, il negozio di 850 m² si sviluppa su quattro livelli e accoglie, in un ambiente luminoso e intimo, l’intera offerta della Maison francese di borse, piccola pelletteria, orologi, gioielli, prêt-à-porter donna e uomo. Una riapertura in grande stile alla presenza di Pietro Beccari, VP di Louis Vuitton, che ci ha raccontato le novità di questo opening, primi fra tutti la Travel Room e i servizi di personalizzazione “Made to Order Shoes” e “Haute Maroquinerie”, presentati a Milano in anteprima mondiale.
Cosa rappresenta il restyling di questo punto vendita per Louis Vuitton e il mercato italiano?
Milano è da sempre una piazza molto importante e con l’opening di questo spazio, ancora più lussuoso e accogliente, vogliamo ringraziare la clientela italiana, una delle più importanti e fedeli. Anche la concomitanza di questa inaugurazione con l’apertura della settimana della moda e con la presentazione della mostra “Louis Vuitton: The Art of Fashion”, volta a celebrare il lavoro degli ultimi 14 anni di Marc Jacobs, è uno statement importante di come il brand guardi all’Italia con grande interesse.
Debuttate qui a Milano, in anteprima mondiale, con due servizi di personalizzazione…
Esattamente. Il primo è il “Made to Order Shoes”, un progetto dedicato all’uomo del quale siamo molto orgogliosi e che gradualmente introdurremo anche in altri punti vendita. Qui a Milano si trova al basement ed è una celebrazione di un savoir faire italiano, anzi italianissimo, non per niente produciamo le calzature nel nostro atelier di Fiesso D’Artico (VE), struttura nella quale nel 2009 abbiamo ulteriormente investito, malgrado la crisi. C’è poi la sala Haute Maroquinerie nella quale costringiamo il cliente a lavorare un po’ nello scegliere il modello di borsa desiderato, il tipo di pelle, il colore, la fodera, i dettagli metallici e il tipo di iniziali. È un servizio che assimilerei all’haute couture e con il quale nei prossimi mesi sbarcheremo a Parigi (novembre), Australia (dicembre) e così via, fino ad un massimo di una ventina di punti vendita entro la fine del 2012.
Presentate anche la prima Travel Room d’Europa. È un progetto che toccherà altri Paesi?
Vengo giusto da Singapore, dove c’è un’altra bellissima Travel Room, e ne abbiamo un’altra in Cina. Per noi è un modo per rimettere il viaggio non solo nel cuore della strategia, ma anche nel cuore dei nostri negozi e ridonare a questa categoria uno spazio lifestyle dedicato ad un viaggiatore sofisticato per il quale abbiamo appositamente sviluppato una collezione, la “Made for Travel”, caratterizzata da materiali altamente tecnologici.
Dedicate all’uomo un intero piano, che cosa rappresenta il pubblico maschile nella strategia di Louis Vuitton?
L’uomo è da sempre nell’heritage Louis Vuitton che fin dagli arbori ha accompagnato viaggiatori, perlopiù uomini, nelle loro spedizioni in tutti i punti del globo. Direi che l’aver aperto tre anni fa ad Osaka e recentemente in agosto a Shenyang in Cina negozi esclusivamente uomo dimostra il peso che riveste per noi questo segmento. È un business in forte crescita e che quindi anche per questo merita un piano dedicato.