Lo sbarco cinese in via Montenapoleone ha il colore nero di un grande quadrato a pochi passi dalla boutique Versace. E un nome, Giada, che per font e desinenza ricorda, senza eccessivi giri di fantasia, una griffe storica del made in Italy, oggi quotata a Hong Kong.
Giada è un marchio d’abbigliamento donna creato tra fine anni 90 e inizio 2000 dalla stilista Rosanna Daolio, che nel 2005 è finito nel mirino dei cinesi di RedStone, uno dei maggiori importatori di brand di lusso oltre la Grande muraglia (nel portafoglio griffe come Yves Saint-Laurent, Valentino, Ferragamo), alla ricerca di nomi da fare propri e lanciare sul mercato. L’operazione ha funzionato a meraviglia: Giada, si legge sui media internazionali, “è uno dei brand del lusso con il maggiore tasso di crescita sul mercato cinese”, capace di aprire oltre una trentina di boutique nelle location più prestigiose in sette anni. Ciò che ancora non era riuscito al gruppo cinese, era sbarcare nel Paese natale della stilista Daolio.
In via Montenapoleone, invece, in questi giorni, dietro l’impalcatura nera, sono cominciati i lavori per l’apertura, prevista a febbraio, del primo temporary shop. Ma sarà solo il primo passo di un progetto di sbarco che, rivelano persone vicine all’operazione, sarà assai più strutturato. Entro giugno, sarà pronto il negozio vero e proprio. Il progetto porta una firma d’eccezione: l’architetto Claudio Silvestrin, nome molto conosciuto dagli stilisti italiani.