La debolezza del canale wholesale e dell’Asia si fanno sentire sui conti di Salvatore Ferragamo. Nel semestre i ricavi consolidati del gruppo sono scesi a 523 milioni di euro, registrando un calo del 12,8% a cambi correnti (-10,9% a cambi costanti). Il secondo trimestre, seppur in negativo, ha visto un andamento leggermente in risaluta per il marchio: il fatturato si è attestato a quota 296 milioni di euro, in flessione dell’8,1% a cambi correnti (-6% a cambi costanti).
Crolla la marginalità nel semestre. L’ebitda è passato da 134 milioni di euro del primo semestre 2023 a 117 milioni di euro, registrando così una contrazione del 12,3% mentre l’utile netto è crollato del 73,2% passando dai 21 milioni del primo semestre 2023 ai 5,7 milioni di quello 2024.
Il “difficile contesto dei consumi”, come lo definisce Marco Gobbetti, AD e direttore generale del gruppo, ha portato ad una contrazione significativa nel mercato asiatico, il principale per il gruppo. L’area Asia Pacifico ha registrato, nel secondo trimestre 2024, vendite nette in calo del 14,9% sia a tassi di cambio correnti che costanti con la Cina in miglioramento (-3,9% nel secondo trimestre 2024 rispetto al -21,1% del primo trimestre 2024 a tassi di cambio costanti) compensato dall’andamento debole degli altri Paesi asiatici. Allargando lo sguardo al primo semestre, le vendite nette nell’area hanno registrato un calo del 17% a cambi correnti (-15,1% a tassi di cambio costanti). Il Giappone nel Q2 ha visto un -1,7% a cambi correnti ma il dato è in crescita del 9,8% a cambi costanti, grazie all’aumento dei flussi turistici.
In leggero calo nel Q2 anche l’Emea (-2,9% a tassi di cambio costanti, -2,7% a cambi correnti), a causa del business wholesale, in calo a doppia cifra (-11%). Nel semestre la regione ha registrato una contrazione maggiore con un -16%, zavorrata dal wholesale crollato del 32,8 per cento. Nel nord America nel secondo trimestre le vendite nette sono risultate in debole flessione (-1,4% a cambi correnti, -3,2% a cambi costanti) mentre nel semestre il calo si è attestato al 5,5% (5,7% a cambi costanti). L’area del centro e sud America ha registrato, nel secondo trimestre 2024, vendite nette in calo del -6,1% a tassi di cambio costanti e del -5,4% a cambi correnti e, nel semestre, dell’8,4% a tassi di cambio costanti e del -6,9% a cambi correnti, rispetto allo stesso periodo del 2023.
A penalizzare i conti, come anticipato, anche la crisi del settore wholesale: a livello globale nel semestre questo canale ha totalizzato una contrazione del 23% nel semestre a fronte di un -8,1% del canale diretto.
Nonostante la situazione sfidante, il management continua a restare cautamente positivo. “Il secondo trimestre ha nuovamente mostrato alcuni incoraggianti indicatori operativi che avevamo iniziato
a rilevare alla fine dello scorso trimestre”, commenta Gobbetti. “Le vendite retail a prezzo pieno hanno segnato un andamento positivo negli Stati Uniti, in Europa, Giappone e America Latina; la nostra rinnovata offerta di calzature e borse ha attratto nuovi clienti e ha contribuito a spostare una percentuale maggiore di acquisti verso una fascia di consumatori più giovani. (…) Nonostante questi segnali positivi, nel secondo trimestre i nostri risultati finanziari aggregati sono stati influenzati in modo significativo dal difficile contesto dei consumi, in particolare nell’area Asia-Pacifico, che ha controbilanciato l’andamento positivo nel resto del mondo. Abbiamo continuato inoltre a riscontrare debolezza nel canale wholesale, accentuata da una strategia di distribuzione più selettiva”.
Durante la conference call a margine dei dati, l’AD ha dichiarato che a luglio il marchio ha registrato un trend simile al secondo trimestre a fronte invece di un “piccolo decremento” in America mentre la Cina “in generale prosegue il rallentamento del mercato, ma siamo incoraggiati dal fatto che le vendite sono state piatte”. Inoltre il manager ha riportato “segnali incoraggianti” che emergono dalle nuove collezioni di scarpe e borse, che rappresentano quasi l’87 percento del business, sottolineando inoltre “l’eccellente risonanza” della collezione autunno 2024 del direttore creativo Maximilian Davis.
In Borsa il titolo sta guadagnando oltre 2 punti percentuali. Da inizio anno il titolo ha perso oltre il 33% sul listino azionario milanese, arrivando intorno agli 8 euro per azione, ovvero un valore dell’Ipo del 2011. Tuttavia, in una recente intervista, la famiglia ha sostenuto come non ci sia all’orizzonte né l’uscita dal mercato azionario né tanto meno ci sia alcuna intenzione da parte della famiglia, che detiene il 54,8% del capitale della Ferragamo, di vendere il marchio a società terze. La società sta seguendo un percorso di rilancio con un piano di investimenti messo a punto dal CEO Marco Gobbetti (in carica dal 2022) di 400 milioni di in cinque anni, focalizzandosi su creatività, negozi e tecnologia.