Il Black Friday si avvicina e Vestiaire Collective ribadisce la propria opposizione al fast fashion. Il player francese protagonista del panorama second hand ha annunciato l’intenzione di ampliare la lista dei marchi di fast fashion bannati dalla propria piattaforma.
La mossa rappresenta la seconda fase di un piano triennale volto a proibire la presenza di capi provenienti dall’industria della moda low cost dall’orbita di Vestiaire: lo scorso anno, infatti, il rivenditore, sempre in occasione del Black Friday, aveva detto addio a una compagine di nomi del fast fashion tra cui Asos, Boohoo e Pretty Little Thing.
Dopo l’annuncio che ha lanciato il progetto un anno fa, spiega l’azienda, il 70% dei membri colpiti dal divieto sono tornati sulla piattaforma per acquistare articoli di qualità migliore e investire nel second hand.
Per rafforzare il proprio impegno nel creare un’economia più circolare, Vestiaire Collective ha collaborato con un comitato di nove esperti di moda e sostenibilità per creare una chiara definizione di fast fashion e sfruttarla per vietare i giganti del settore dalla piattaforma. Per decidere chi tagliare e chi salvare l’e-commerce di lusso preloved si è avvalso di un comitato di esperti con i quali ha definito il concetto di fast fashion attraverso cinque criteri: prezzi molto bassi, rinnovamento accelerato delle collezioni, vastità dell’offerta, velocità record di immissione dei prodotti sul mercato, grande intensità promozionale.
“La decisione di bandire il fast fashion – ha dichiarato Dounia Wone, chief impact officer dell’azienda – è stata presa per sostenere il lavoro che Vestiaire Collective svolge da tempo per promuovere alternative al modello di moda dominante. Questi marchi contribuiscono a una produzione e a un consumo eccessivi, con conseguenze sociali e ambientali devastanti nel Sud globale. È nostro dovere agire e aprire la strada ad altri operatori del settore affinché si uniscano a noi in questo movimento, così da avere un impatto insieme”.
Per sensibilizzare i propri consumatori, la piattaforma lancerà sui suoi canali digitali una campagna globale dal titolo ‘Think first, buy second’. La campagna, che si avvale dell’intelligenza artificiale, includerà un video e immagini di montagne di indumenti situate in alcuni dei luoghi più riconoscibili del Nord globale, come Times Square a New York o la Tour Eiffel a Parigi o ancora il Colosseo a Roma, per dare ai consumatori un’idea dell’aspetto che enormi quantità di indumenti e discariche tessili avrebbero nei loro Paesi.
Intanto, nell’ambito di una normativa europea che si dirige verso la nozione di ‘responsabilità estesa del produttore’ (epr) per i prodotti tessili (già adattato dalla Francia), Vestiaire ha redatto un documento a favore di una maggiore trasparenza nella regolamentazione delle esportazioni di rifiuti tessili e articoli dismessi, invitando il Parlamento europeo e tutti gli operatori del settore ad affrontare quella che è a tutti gli effetti un’emergenza.